Per l’Europa la terra non può avere il suo farmaco

Di   9 Maggio 2022

La mannaia della Commissione Europea sugli agrofarmaci: riduzione del 40%. Farmacia vietate all’agricoltura?

La nuova bozza del regolamento sull’uso sostenibile degli agrofarmaci che circola a Bruxelles inasprisce ancora le disposizioni rispetto al testo che doveva essere formalizzato in marzo. Nella vecchia versione del regolamento, gli stati dovevano darsi obiettivi vincolanti nazionali per una riduzione dell’uso di agrofarmaci del 50% entro il 2030. Ma le eccezioni previste nella prima bozza consentivano di tener conto anche del punto di partenza dei Paesi e dei progressi fatti dal 2011 in poi, portando il target di riduzione per paese, da inserire in piani nazionali, al 25%. Il nuovo testo riduce sensibilmente questo margine di flessibilità: “In nessun caso nessuno degli obiettivi nazionali di riduzione al 2030 può essere inferiore al 40%” si legge all’articolo 5. Se uno stato membro non adegua i propri obiettivi nazionali di riduzione per il 2030 come raccomandato, si legge nel testo della bozza, “la Commissione esercita i suoi poteri a livello di Unione per garantire che l’obiettivo sia fissato entro i parametri del presente regolamento”. Cioè, si avvia la procedura di infrazione. Anche i requisiti dei piani nazionali diventano più dettagliati e onerosi. Ad esempio, l’utente professionale, prima di ricorrere a un fitofarmaco di sintesi, “deve dimostrare” di avere considerato un elenco di alternative, dalla rotazione delle colture alle reti, dalla prevenzione via pulizia dei macchinari all’utilizzo di cultivar resistenti. Se il testo rimanesse com’è, ci sono buone possibilità che trovi grossi ostacoli all’approvazione in Consiglio Ue.

Fonte: www.informatoreagriario.it