Piano nazionale contro la cimice asiatica

Di   3 Ottobre 2019

Sarà approvato il 10 ottobre. L’assessore Caselli: “Contiene le nostre proposte”

 Simona Caselli, assessore all’agricoltura dell’Emilia-Romagna

Poche ore fa la commissione agricoltura della Camera ha approvato all’unanimità una risoluzione unitaria sulla questione della cimice asiatica. L’atto impegna l’esecutivo “ad adottare con urgenza il decreto ministeriale al fine di consentire il lancio e la diffusione nell’ambiente della vespa samurai” e a mobilitare una serie di risorse per il ristoro dei danni delle filiere colpite e per la ricerca.

Abbiamo un piano nazionale contro la cimice asiatica, che contiene le nostre richieste e che sarà approvato in via definitiva il 10 ottobre. E sui danni, davvero ingenti per gli agricoltori, è stato individuato il percorso normativo da seguire (dlgs 102/04) per i fondi da destinare agli indennizzi che dovranno essere inseriti in misura congrua nella prossima legge Finanziaria. Inoltre, il problema verrà portato in sede comunitaria nel Consiglio dei ministri europeo previsto per il 14 ottobre”. Così l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli, al termine dell’incontro fra gli assessori regionali del Nord Italia e la ministra Teresa Bellanova al dicastero a Roma, dedicato all’emergenza cimice asiatica.

Nella sola Emilia-Romagna si contano danni per oltre 120 milioni di euro tra perdita di produzione e minor qualità delle pere, che superano i 200 milioni se si considera anche la fase post raccolta (logistica, manodopera, imballaggi, costi commerciali, ammortamenti, e costi fissi). E vanno oltre i 267 milioni in tutte le regioni del Nord Italia. Danni che sfiorano i 50 milioni di euro per il comparto pesche e nettarine, sempre sommando produzione e post raccolto (circa 89 milioni di euro nelle regioni del Nord Italia).

La cimice asiatica presenta dunque il conto dell’annata 2019, complice anche un meteo che ha risentito particolarmente del cambiamento climatico in atto, ed è un conto salato che rischia di mettere in ginocchio l’intero settore dell’ortofrutta con ripercussioni pesanti anche sull’occupazione.

“La notizia buona è che abbiamo un piano nazionale contro la cimice asiatica- ribadisce Caselli – che contiene le nostre richieste e sarà approvato in via definitiva il 10 ottobre. Quindi avanti col sostegno alla ricerca del Crea e delle regioni, introduzione dell’antagonista naturale e attivazione degli indennizzi agli agricoltori (legge 102), consapevoli, vista l’entità economica dei danni, che i finanziamenti andranno trovati in seno alla prossima legge Finanziaria e noi vigileremo perché sia garantita la necessaria e congrua copertura al provvedimento. L’altra cosa importante è che il tema è stato ritenuto di rilevanza nazionale, visto che tutte le Regioni italiane hanno sottoscritto il documento delle Regioni del Nord, e che sarà anche portato dalla Ministra Bellanova in sede Ue il 14 ottobre prossimo. Siamo tutti consapevoli dell’assoluta urgenza di azioni concrete, per evitare che gli agricoltori decidano di espiantare: un disastro economico-sociale cui si aggiungerebbe un disastro ambientale”.

Davide Vernocchi, Coordinatore Settore Ortofrutticolo dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari

“Finalmente è emersa in tutta la sua gravità la dimensione del fenomeno e ci si è potuti rendere conto, dati alla mano, degli enormi danni creati alle colture, che ammontano, secondo le stime elaborate dal CSO – Centro Servizi Ortofrutticoli, a oltre 350 milioni di euro solo per pere, pesche e nettarine e a 486.000 giornate di lavoro andate in fumo, compreso anche l’indotto”. Così Davide Vernocchi, Coordinatore Settore Ortofrutticolo dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari, commenta gli esiti dell’incontro.

Speriamo adesso che si apra uno spiraglio – prosegue Vernocchi – , perché molte aziende ortofrutticole sono a rischio chiusura e probabilmente non riusciranno a continuare la loro attività. A nostro avviso, è opportuno operare su tre fronti: individuare misure di sostegno immediato alle aziende con piani straordinari; far sì che le aziende dispongano di strumenti efficaci per la difesa già a partire dalla prossima campagna; avviare collaborazioni con la ricerca per individuare percorsi sostenibili nel rispetto dell’ambiente”.

L’intervento di Paolo De Castro – Commissione agricoltura Ue

“Abbiamo bisogno di risposte forti e concrete da parte della Commissione europea nella lotta alla diffusione della cimice asiatica: l’insetto sta causando ingentissimi danni economici e la perdita di migliaia di posti di lavoro nel settore ortofrutticolo europeo, specialmente nel Nord Italia”. Lo hanno chiesto in un’interrogazione prioritaria gli europarlamentari Pd, Paolo De Castro (nella foto), coordinatore S&D alla commissione Agricoltura dell’Eurocamera, e le colleghe Elisabetta Gualmini e Alessandra Moretti.

In attesa di interventi risolutivi di difesa del parassita, gli eurodeputati chiedono all’Esecutivo Ue di “garantire alle Regioni colpite la possibilità di modificare in via straordinaria i rispettivi Programmi di sviluppo rurale per inserire efficaci misure di emergenza già previste dalla normativa europea per compensare le perdite dei produttori, oltre a finanziare progetti di ricerca sulle strategie di contrasto e di coesistenza con il parassita, in collegamento con le esperienze portate avanti negli Usa”.

“Nel settore c’è scoramento e paura di non avere un futuro. Solo in Emilia Romagna e Veneto, a causa della cimice asiatica, sono stati persi circa 3mila posti di lavoro, con un mancato reddito per gli agricoltori che supera gli 8mila euro a ettaro”. Le Regioni più colpite sono appunto Emilia Romagna e Veneto, ma anche Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e le Province autonome di Trento e Bolzano.

IL DRAMMA DELLA CIMICE APPRODA IN TELEVISIONE: SPECIALE DI TV7 SU RAIUNO

Il servizio sulla cimice asiatica, andato in onda il 27 settembre su TV7, Rai 1, inizia dal minuto 3:12

PER L’ISPRA I DANNI AMMONTANO A 600 MILIONI

“Servono risorse finanziarie straordinarie per far fronte ad una vera e propria calamità ma anche una politica europea che vigili sull’ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici ed applichi le stesse cautele e le quarantene che  devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati” è quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che sono stimati in 600 milioni di euro i danni causati dalla cimice asiatica al comparto agricolo in Italia secondo quanto riferito dall’Ispra in audizione in Commissione agricoltura alla Camera dei deputati.