Pignedoli: “Una legge su sistemi di rete misti contoterzisti e agricoltori”

Di   28 Luglio 2015

Senatrice-Leana-Pignedoli

Su Mondo agricolo di luglio intervista a cura di Uncai alla vicepresidente della commissione Agricoltura al Senato Leana Pignedoli. 

EXPO, Carta di Milano, l’Enciclica del Papa, i negoziati sul Ttip. In questi mesi il comparto primario è oggetto di molte riflessioni e il non facile ruolo di mediazione politica diventa fondamentale perché le soluzioni avanzate in alcuni casi sembrano poco conciliabili. La questione di fondo è però la stessa, come dovrebbe essere l’agricoltura del futuro? L’abbiamo chiesto a Leana Pignedoli, vicepresidente della commissione Agricoltura al Senato.

 “Se dovessi sintetizzare in una frase direi: ‘una agricoltura di precisione in tutte le sue fasi, dalla produzione alla collocazione dei prodotti sui mercati’. Questo approccio contiene tutte i principi che riprendono i concetti di responsabilità verso la tutela dell’ambiente, l’accesso al cibo, ovvero la salute del pianeta e delle persone. Una responsabilità verso il futuro. Elementi che diventeranno determinanti in un nuovo livello di competitività volta alla naturalità. Un uso oculato di acqua, terra e fertilizzanti. Questa la prima grande, difficile, frontiera. La seconda è la capacità di tenere insieme territorio e globalizzazione. Distintività delle produzioni e visione internazionale. Nessun “maso chiuso”, ma neppure nessuna  standardizzazione internazionale  delle produzioni . L’Italia credo dovrebbe essere “laboratorio internazionale”di avanzate pratiche su questi due punti”.

Quali aspetti, tra tecnologie e messaggi veicolati da EXPO, trova particolarmente significativi?

“Particolarmente significativa è l’impostazione dei messaggi. Sia in Expo che nei 10 punti della Carta di Milano nel parlare di sostenibilità dell’agricoltura, produzione e impatto ambientale, utilizzo delle tecnologie per ridurre le disuguaglianze nell’accesso al cibo, emerge una forte sintonia con il messaggio del Papa che invita  ad avere una visione integrale della questione ecologica. Un richiamo a tutti ad una nuova responsabilità verso la Terra come ‘casa comune’. È la prima volta nella storia che questa interrelazione tra agricoltura e ambiente, solidarietà globale, assume tanta autorevolezza e centralità”.

Si potrebbe dire che anche il Governo italiano abbia mandato un messaggio concreto con la riforma degli enti vigilati del ministero dell’agricoltura. In cosa consiste?

“Sì, un sistema agricolo che vuole essere competitivo in questo tempo deve avere strumenti e servizi efficienti.  Questo se vogliamo uscire da una logica di sola tutela e protezione dell’agricoltura italiana e vogliamo indirizzare ogni risorsa verso i fattori della competitività. Quindi la sintesi della mia proposta di legge sul riordino degli Enti Agricoli sin dall’inizio è stata: un numero limitato di enti fortemente specializzati.  Strumenti efficienti, virtuosi, trasparenti e dialoganti tra loro. Sia che parliamo di gestione delle risorse europee, di ricerca, di strumenti finanziari. Sono strumenti pensati per l’agricoltura e non sistemi autoreferenti. È da questa ottica che dobbiamo partire”.

In un’Agricoltura 2.0,  più efficiente e snella nei suoi apparati, più sostenibile e rispettosa del suolo, tracciabilità, agricoltura di precisione sono le buone pratiche messe in campo dai contoterzisti, che però non sono stati citati nella Carta di Milano. Una svista o cosa?

“Nei dieci punti della Carta di Milano si citano principalmente gli obiettivi da raggiungere e forse non in modo approfondito  gli strumenti. Mi sembra comunque molto positivo che il Ministro Martina proprio ad Expo abbia parlato di un Piano Nazionale dell’agricoltura di precisione. È una scelta importante. Occorre maggiore  consapevolezza delle potenzialità delle tecniche e tecnologie di precisione. Non c’è una conoscenza sufficiente, manca una elaborazione approfondita sul rapporto tecnologie – tutela ambientale”.

In una politica di inclusione di tutti gli attori della filiera agricola, è possibile riconoscere anche le attività agromeccaniche? A cosa serve una legge sulle attività agromeccaniche?

“Una legge sulle attività agromeccaniche  permetterebbe di aggiornare politiche includenti per questo settore e definire in modo adeguato una figura che sino ad ora era un generico prestatore d’opera. Si va verso un nuovo profilo,  quello di imprenditore agromeccanico capace di fornire servizi specializzati e innovativi”.

La collaborazione tra Uncai e Confagricoltura dimostra la volontà di buona parte di agricoltori e contoterzisti di fare sistema. Questo può portare vantaggi all’agricoltura italiana, alle aziende e al territorio? Come?

“Trovo importante questo dialogo che si è aperto.  Le imprese agricole per accrescere la propria capacità competitiva devono inserire nuove tecnologie, rispondere ad esigenze di massima tracciabilità dei processi produttivi, senza per questo essere obbligati ad affrontare investimenti in attrezzature difficilmente ammortizzabili nel breve periodo. In una agricoltura che richiederà sempre più flessibilità di produzioni, andrà valutato sempre più l’utilizzo di attrezzature più che l’immobilizzo di investimenti in macchine peraltro in continua evoluzione, costose, che richiedono un utilizzo intensivo. Auspico tuttavia che ci sia maggiore integrazione tra questo settore e le imprese, che ci siano anche sistemi di rete misti che incidano fortemente sull’evoluzione tecnologica delle stesse imprese agricole. Sarei interessata ad approfondire questo tema e a farmi promotrice di proposte legislative in merito”.

0 Commenti il “Pignedoli: “Una legge su sistemi di rete misti contoterzisti e agricoltori”

  1. Pingback: Tassinari: “Agricoltura italiana in ritirata. Servono forti e urgenti riforme” |