Proroga per la scheda carburanti

Di   28 Giugno 2018

Il primo decreto legge Conte

Fattura elettronica per i carburanti rinviata al 2019. Resta la scheda carburante con mezzi tracciabili.

ROMA, 28 GIUGNO – Come promesso dal vicepremier Luigi di Maio, ieri sera il Consiglio dei Ministri ha fatto slittare di sei mesi, al 1° gennaio 2019, l’introduzione della fattura elettronica per i distributori di carburante. Resta valida, quindi, soltanto la fatturazione elettronica per la prima parte della filiera petrolifera.

In ogni caso, ai fini della detraibilità dell’Iva e della deduzione della spesa, da luglio sarà indispensabile l’utilizzo di mezzi di pagamento diversi dal denaro contante, oltre alla tenuta della scheda carburante per chi decidesse di avvalersi del differimento dell’obbligo della fattura elettronica.

Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri scongiura così le proteste dei benzinai che altrimenti da domenica avrebbero avuto l’obbligo di rifornire le partite Iva rilasciando la fattura elettronica. La categoria era stata scelta per sperimentare la misura che in ogni caso diventerà obbligatoria anche tra privati a partire dal 2019.

La fatturazione elettronica è uno dei traguardi dell’agenda digitale europea. La Commissione Ue ha l’obiettivo di trasformare la fatturazione elettronica nel metodo prevalente entro il 2020. E si stimano benefici economici addirittura di 240 miliardi di euro. L’Italia rendendola obbligatoria del 2019 ha giocato d’anticipo. Secondo i calcoli forniti dall’Upi (Unione petrolifera italiana) la fatturazione elettronica sull’intera filiera varrebbe solo per il 2018 un recupero di Iva di 155 milioni e a regime (dal 2019) oltre 300 milioni.

Disapplicazione delle sanzioni

Di fatto, si viene a creare un doppio binario con il distributore che potrà ”attestare” l’avvenuto rifornimento ai titolari di partita Iva sia con le regole attualmente in vigore sulla scheda carburanti sia con la fatturazione elettronica. Di fatto, quest’ultima diventerebbe solo facoltativa per gli ultimi sei mesi del 2018. Una soluzione compatibile anche con i conti pubblici, in quanto le norme per il doppio binario avrebbero un costo molto contenuto. Gli oneri si limiterebbero, infatti, a 5 milioni e potrebbero essere coperti attraverso una riduzione dello stanziamento dei Fondi di riserva del ministero dell’Economia. Mentre la proroga tout court della fattura elettronica costringerebbe il Governo a recuperare coperture per oltre 100 milioni di euro.

Nel frattempo l’Amministrazione finanziaria dovrà utilizzare i sei mesi di doppio binario per lavorare alla semplificazione dei meccanismi di trasmissione e ricezione della fattura elettronica, che dal 2019 sarà obbligatoria in tutte le operazioni tra privati. Inoltre dovrà valutare l’opportunità di prendere in considerazione l’eventuale disapplicazione delle sanzioni per i comportamenti difformi tenuti dagli operatori che non intendessero avvalersi della proroga nella fase iniziale del nuovo obbligo.