PSN, gli ambientalisti non ci stanno

Di   9 Febbraio 2022

“Persa l’occasione per una vera transizione ecologica”, il commento caustico delle associazioni green al Piano strategico nazionale. Ma il Mipaaf risponde: “Prive di fondamento le contestazioni”

In una lettera al Mipaaf e alla Commissione UE, 17 associazioni ambientaliste, dell’agricoltura bio e dei consumatori, contestano il piano per l’applicazione della riforma della Politica agricola inviato dall’Italia a Bruxelles. Anche Uncai ha ricevuto la lettera “per conoscenza”, avendo partecipato a tutti gli incontri preparativi del Piano.

Prima di riportare i passaggi clou della lettera, vediamo chi sono le 17 associazioni: Associazione Consumatori ACU, Accademia Kronos Onlus, AIDA, AIAB, AIAPP, Associazione Italiana Biodinamica, Associazione TERRA, CIWF Italia Onlus, FederBio, Greenpeace Italia, ISDE Medici per l’Ambiente, Legambiente, Lipu-BirdLife, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Slow Food Italia e WWF Italia.

Secondo le associazioni il piano è molto deludente e l’Italia perde l’occasione per l’avvio di una vera transizione ecologica della sua agricoltura e dei sistemi agro-alimentari, ostaggio delle potenti corporazioni agricole e dell’agro-industria. “Il Piano Strategico Nazionale della Pac 2023-2027 (Psn) inviato dal ministro Patuanelli a Bruxelles – scrivono le associazioni ambientaliste – ripropone e rilancia l’attuale modello di agricoltura e gestione dei sistemi agro-alimentari non sostenibile, affossando la transizione agroecologica auspicata dalle Strategie europee “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”, richiesta dai cittadini-consumatori europei. Le osservazioni della Commissione Ue saranno l’occasione per correggere i contenuti più controversi del PSN italiano”. Particolarmente grave è – a giudizio delle associazioni green – l’impostazione degli eco-schemi che rivelano la finalità prevalente di compensare la riduzione dei contributi ai settori ritenuti penalizzati dalla revisione dei titoli storici e dalla convergenza interna.

“La logica adottata dal Mipaaf – si legge ancora nella lettera – è stata quella di assicurare un’adeguata compensazione delle perdite di reddito, privilegiando la zootecnia del nord Italia e l’olivicoltura del centro-sud: i due eco-schemi destinati a questi settori impegnano il 58,5% delle risorse destinate a tutti e 5 gli eco-schemi previsti dal PSN. Gli eco-schemi dovrebbero invece premiare gli impegni volontari degli agricoltori per il contrasto dei cambiamenti climatici, per la tutela della biodiversità e dell’ambiente, motivo per cui le 17 Associazioni ritengono questa impostazione del PSN errata e particolarmente grave, anche in considerazione dell’analogo approccio con cui sono stati definiti i pagamenti accoppiati”. In linea generale, nel Psn, secondo le associazioni ambientaliste, si riscontra una forte disparità tra i premi attribuiti agli eco-schemi e quelli previsti per gli impegni agro-climatico-ambientali dello sviluppo rurale, che prevedono spesso analoghi impegni con finalità simili, ma con premi decisamente inferiori. “Inoltre – si legge ancora nella lettera – nel Psn non vengono esplicitati gli obiettivi quantitativi che si intendono raggiungere entro il 2027, sia con gli eco-schemi sia per gli interventi previsti nello Sviluppo Rurale. In particolare occorrerà indicare gli obiettivi di riduzione dell’uso dei prodotti fitosanitari, dei fertilizzanti chimici, degli antibiotici e l’incremento delle aree destinate alla conservazione della biodiversità naturale e al mantenimento del paesaggio rurale”.

Gravi mancanze a giudizio delle associazioni anche sotto il profilo delle misure per la conservazione della natura e in tema di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e per la conservazione della biodiversità agricola. “In definitiva – conclude la lettera – il Piano Strategico Nazionale è molto lontano dall’essere uno strumento efficace per promuovere una vera transizione ecologica della nostra agricoltura, affrontando le crisi ambientali del millennio. Una mancanza di visione che va a discapito anche della stessa agricoltura, prima “vittima” dei cambiamenti climatici e conseguenti eventi estremi catastrofali”.

LA RISPOSTA DEL MIPAAF

Obiettivi del PSN, sottolinea il MIPAAF, sono il potenziamento della competitività del settore agricolo e forestale in un’ottica sostenibile, destinando complessivamente tra primo e secondo pilastro circa 10 miliardi di euro ad interventi con chiare finalità ambientali.
Rientrano in questo quadro gli eco-schemi e gli interventi agro-climatico-ambientali, nel cui contesto all’agricoltura biologica saranno destinati 2,5 miliardi di euro in cinque anni.
Il Piano prevede un sistema di aiuti più equo, attraverso la progressiva perequazione del livello del sostegno al reddito; prendendo a riferimento l’intero territorio nazionale, si determina un sensibile riequilibrio nell’allocazione delle risorse dei pagamenti diretti, a vantaggio delle aree rurali intermedie e delle aree rurali con problemi di sviluppo, nonché delle zone montane e di alcune zone collinari interne. Contestualmente, il 10% della dotazione nazionale dei pagamenti diretti viene ridistribuito focalizzando l’attenzione sulle aziende medio-piccole.
Un’attenzione particolare viene dedicata ai giovani, integrando gli strumenti del primo e del secondo pilastro della PAC, in modo da mobilitare complessivamente 1.250 milioni di euro.
Il PSN affronta quindi le sfide presenti e future che il settore primario si trova a fronteggiare; ed è proprio in questo contesto che vanno interpretate le scelte strategiche operate nel settore del benessere animale, dove proprio grazie agli eco-chemi sarà data concretezza al più importante piano di contrasto all’antimicrobico resistenza mai realizzato, accogliendo in questo modo specifiche indicazioni contenute nella strategia “Farm to Fork”.
Quanto al sostegno dell’olivicoltura di particolare valore paesaggistico, l’intento è quello di tutelare un patrimonio agroalimentare ed ambientale di particolare valore, in contrapposizione ad un modello di olivicoltura super intensiva, verso cui molti operatori si stanno indirizzando, certamente molto lontana dai valori paesaggistici con cui siamo abituati ad identificare il territorio italiano.
Sono quindi prive di fondamento le contestazioni delle 17 associazioni ambientaliste riguardo al Piano Strategico Nazionale della PAC 2023-2027.