Rilanciare la canapa

Di   31 Ottobre 2019

Agrinsieme: “La coltura ha un grande potenziale di reddito e sostenibilità”

“Quella della canapa industriale è una coltura che vanta una tradizione secolare nel nostro paese, che fino alla metà del Novecento ne era il maggior produttore europeo e il secondo a livello mondiale; parliamo di una coltura dal grandissimo potenziale, agricolo e non solo dal momento che da essa possono essere ottenuti numerosi prodotti derivati, che è inoltre fondamentale per diversificare il reddito, poiché rappresenta una risposta concreta alle diverse sfide che si trova a dover affrontare il primario, in termini ad esempio di sostenibilità economica, ma anche ambientale vista la minore richiesta di risorse naturali e energetiche che la coltivazione della canapa comporta”, ha sottolineato il coordinamento di Agrinsieme, in audizione in Commissione agricoltura della Camera nell’ambito della discussione di alcune risoluzioni sull’uso agricolo dei prodotti derivati dalla cannabis sativa.

Anche per i contoterzisti il rilancio della canapa industriale può rappresentare una priorità. Una coltura multifunzonale e in linea con le regole della bioeconomia: gli utilizzi della canapa industriale, infatti, vanno dalla biocosmesi alle bioenergie, passando per la bioedilizia, per la nutraceutica e per i biotessuti, senza dimenticare la biocarta e la bioplastica; dai semi di canapa, inoltre, si estrae un olio saturo di grassi essenziali e una farina priva di glutine.
Insomma, della canapa si può usare il fiore, i semi, le foglie e soprattutto il fusto (la cosiddetta canapa da tiglio, l’uso industriale in cui l’Italia primeggiava).

A livello normativo, la legge 242/2016 con disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa ha dato un grande impulso allo sviluppo della coltura, che attualmente occupa diverse migliaia di produttori agricoli. Sono diversi i passaggi da compiere:

  • Aumentare le macrocategorie di prodotti che si possono ottenere dalla pianta di canapa nella sua interezza al fine di sgomberare il campo dalla confusione e dall’incertezza che affliggono un settore che danneggia se stesso se insiste sul logo antiproibizionista della foglia di canapa.
  • Integrare il percorso normativo sulle singole destinazioni d’uso che consideri oltre alla coltivazione anche la trasformazione: solo così sarà chiarita anche di fronte ai controlli la possibilità di utilizzare tutte le parti della pianta e quindi semi, foglie, fusto e infiorescenze nei diversi ambiti.
  • Investimenti in ricerca varietale: l’Italia si è fermata alla varietà carmagnola, mentre all’estero (soprattutto in Francia) la ricerca ha prodotto varietà molto interessanti ma non sempre adatte alla caratteristiche pedoclimatiche dell’Italia.
  • Incentivare la meccanizzazione dei sistemi di raccolta e trasformazione della canapa industriale (anche adattando macchine già in uso).
  • Misure ad hoc nei psr.
  • Promuovere a livello ministeriale degli accordi di filiera con i produttori dei settori alimentare, tessile, edile e cosmetico, nonché norme e regolamenti specifici concordati con tutti gli attori interessati.