Romiti, Ruggeri e Tassinari: così nacque la rete vendita New Holland

Di   19 Agosto 2020
Riccardo Ruggeri

Il Giornale del 19 agosto ospita un articolo di Riccardo Ruggeri, ex amministratore delegato di New Holland, dedicato alla scomparsa di Cesare Romiti. Il testo, intitolato “Ma non capì che Agnelli era superato“, ricorda in un passaggio il ruolo che il presidente di Uncai Aproniano Tassinari ebbe in Fiat/ New Holland quando, dall’oggi al domani, dovette dotarsi una rete vendita. Era il 1991, un anno decisivo per il Gruppo di Torino, che stava perfezionando l’acquisizione di Ford trattori e segretamente stava mettendo le basi dell’acquisizione di Chrysler, che avverrà molti anni dopo con Sergio Marchionne.

Ecco come Ruggeri ricorda quel 1991:

“Mi misi subito al lavoro selezionando una decina di miei collaboratori di secondo livello per creare una squadra giovane che mi supportasse nel definire un piano di lavoro per gestire la completa fusione di tutte le attività di Ford e di Fiat nel mondo. L’entusiasmo dei primi giorni fu spento da una telefonata che ricevetti sul mio cellulare da palazzo Chigi, un venerdì di maggio, il 17, alle ore 17 (per chi ci crede). Era il presidente del Consiglio Giovanni Goria (in verità nel 1991 Goria era ministro dell’agricoltura, ndr) che aveva appena firmato il decreto di scioglimento della Federconsorzi e me lo comunicava, per cortesia, prima che lo sapessi dalle agenzie di stampa. Per noi, un disastro. Infatti da oltre novant’anni la Fiat non aveva una propria rete di vendita in Italia ma operava attraverso la rete dei Consorzi agrari che copriva, come le Poste, l’Arma dei Carabinieri e le parrocchie, l’intero territorio nazionale, con una propria presenza negli oltre 8.000 Comuni. In una notte, avevamo perso la rete di vendita, cioè tutta la nostra quota di mercato in Italia, e dovevamo chiudere l’attività nei nostri stabilimenti italiani, in quanto non eravamo più in grado di servire i nostri clienti. Tutti gli altri concorrenti si scatenarono per darci il definitivo colpo di grazia. Presi una decisione immediata, che Romiti avallò subito: avocare a me il problema ed entro un mese individuare 60-70 dealer da coinvolgere nella creazione di una nuova rete di vendita. Romiti mi mise a disposizione l’aereo Fiat, e insieme al responsabile vendita Italia Aproniano Tassinari, utilizzando cinque week end in successione, girai l’Italia agricola e incontrai uno a uno i potenziali nuovi concessionari, definendo ruoli e condizioni. Dopo un mese avevamo una nuova rete di vendita che si rivelò, salvo pochi casi, eccellente e determinata”.

PRESTO ONLINE L’INTERO ARTICOLO DI RUGGERI

Dal sito riccardoruggeri.eu

Riccardo Ruggeri (Torino, 6 dicembre 1934). Orfano di un operaio della Fiat, entrò nell’azienda torinese con la stessa qualifica all’Officina 5, fino a raggiungere i livelli più alti come Ceo del colosso New Holland, che portò a quotarsi nella Borsa di New York. Manager di assoluta qualità, in senilità si è proposto come scrittore, opinionista, commentatore documentato degli eventi di politica e finanza più importanti, nazionali e internazionali. Da oltre vent’anni risiede all’estero. Dal suo eremo svizzero osserva come campano gli amati italiani, preoccupato che possano un giorno rassomigliare ai loschi centro e nord europei. Si definisce un nonno invecchiato bene, dispiaciuto di avere scarse possibilità di diventare bisnonno.