Scatto dell’autonomazione in agricoltura

Di   24 Giugno 2020

Stando agli ultimi trend tecnologici, l’agricoltura potrebbe essere il primo settore economico a utilizzare in modo quasi esclusivo veicoli automatizzati

L’agricoltura è in testa a questo processo di automazione e di guida autonoma perché gli appezzamenti coltivati sono più grandi e di forme più regolari rispetto, per esempio, all’ambiente urbano o agli interni di un capannone industriale. Le forme dei terreni coltivati sono spesso perfettamente geometriche (in Italia non è proprio così), omogenee e sono da fertilizzare, arare o seminare con pattern altrettanto perfettamente geometrici. Insomma, è più facile.

Cognitive Agro Pilot

In questi scorsi mesi due aziende russe, Rusagro (una delle maggiori aziende agricole russe) e la startup moscovita Cognitive Pilot, hanno fatto dei passi da gigante in questo settore. Hanno collaborato per realizzare un sistema di guida autonoma per veicoli agricoli chiamato Cognitive Agro Pilot.

Il sistema ha un grande livello di autonomia: il livello 3, codice che sta a significare che il sistema non richiede praticamente alcun intervento umano. Bisogna considerare che la maggior parte delle automobili a guida automatica, oggi, è di livello 1. Richiede cioè che il guidatore possa intervenire in ogni momento. Le Tesla invece, tra le più autonome in assoluto, hanno un livello 2, perché possono sterzare o addirittura frenare senza l’intervento umano. Ma il Cognitive Agro Pilot è di livello superiore: un’autonomia quasi completa.

MANODOPERA IN CALO E SEMPRE PIU’ ONEROSA

Ma c’è anche un altro motivo per cui potremmo vedere molto presto trattori completamente autonomi nelle nostre campagne: le aziende agricole di tutto il mondo hanno affrontato per anni una carenza di manodopera, che per ragioni di mercato (e, a volte, di caporalato) difficilmente viene pagata in modo sufficiente. E l’automazione, naturalmente, risolverebbe il problema.

E poi c’è la pandemia da covid-19 in corso, che ha reso impossibile per il settore agricolo trovare lavoratori disporsi a recarsi nelle campagne, anche a causa delle restrizioni ai viaggi in Europa. Inoltre il distanziamento fisico non è possibile in molti ambienti agricoli. Entrambi i fattori hanno comportato costi aggiuntivi nella filiera agro-alimentare.

La diminuzione di manodopera si sta dimostrando un problema in particolare per i produttori e le aziende di trasformazione di Regno Unito, Germania, Spagna e Italia, ed è anche una difficoltà nel settore biologico.

Inoltre la recessione dell’economia globale a seguito della pandemia renderà ancora più insostenibile economicamente il ricorso alla manodopera, poiché non si conosce la sua entità e durata e la maniera in cui influenzerà la domanda di frutta e verdura.

E l’automazione risolverebbe alla radice anche questo problema, per eventuali epidemie future. Così gli investimenti nell’automazione dei macchinari agricoli sono cresciuti rapidamente. Ecco quindi che la meccanizzazione può rappresentare una soluzione a costi fissi e certi, meglio controllabile, soprattutto se affidata esternamente a contoterzisti.

Anche la raccolta meccanica accelera con il covid

A causa della crisi coronavirus, agricoltori e contoterzisti in Paesi come il Regno Unito, Spagna, Italia e Germania stanno cercando di accelerare il passaggio verso la raccolta meccanica anhe nel settore dell’ortofrutta.

L’attenzione maggiore è rivolta verso gli ortaggi a foglia. L’azienda sementiera Rijk Zwaan ha però effettuato un sondaggio che evidenzia che anche altre colture sono interessate ad aumentare il livello di automazione.

L’azienda ha interrogato prima i partner della filiera europea – dagli agricoltori ai supermercati – sull’impatto della crisi per la loro attività e sulle loro aspettative per il futuro. Rijk Zwaan ha poi integrato le risposte con la visione di isituti di credito e società di consulenza aziendale.