Sentenza francese contro l’etichettatura di origine del latte

Di   17 Marzo 2021

Su indicazione dell’Unione europea, il Consiglio di Stato francese annulla l’etichettatura come chiesto da Lactalis

PARIGI – Un comunicato stampa del Consiglio di Stato francese rende noto che:

— Agra Press

Dopo aver interpellato la Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue), il Consiglio di Stato ritiene illegale imporre l’etichettatura geografica del latte perché non esiste un legame provato tra la sua origine (Ue, non Ue) e le sue proprietà. Per un periodo sperimentale fino al 31 dicembre 2021, un decreto del governo ha reso obbligatoria, a pena di sanzione, l’indicazione mediante etichettatura dell’origine geografica del latte “Ue” o “extra Ue“, anche quando utilizzato come ingrediente in alimenti preconfezionati. Il gruppo Lactalis ha chiesto l’annullamento di tale obbligo, sostenendo in particolare che era contrario al regolamento del 25 ottobre 2011 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea in materia di informazione dei consumatori sui prodotti alimentari. Interrogata dal Consiglio di stato, il 1 ° ottobre 2020 la Corte di giustizia europea ha stabilito che, in applicazione del regolamento, gli Stati membri possono imporre tale etichettatura in nome della protezione dei consumatori a due condizioni:

  1. è necessario che “la maggior parte dei consumatori attribuisca un’importanza significativa a queste informazioni
  2. è necessario che esista “un legame comprovato tra determinate proprietà di un alimento e la sua origine o provenienza.

“Queste due condizioni, che sono distinte, devono essere soddisfatte entrambe”.

Il Consiglio di stato ha ritenuto che l’amministrazione ha giustificato l’obbligo di etichettatura contestato unicamente a partire dall’importanza che la maggioranza dei consumatori attribuisce, secondo le indagini, all’esistenza di informazioni sull’origine o sulla provenienza del latte. Ha inoltre osservato, in udienza, che l’amministrazione aveva indicato che, a parte questo approccio soggettivo, non vi era oggettivamente alcuna proprietà nel latte che potesse essere collegata alla sua origine geografica. Traendo le conseguenze della sentenza della Cgue, il Consiglio di Stato ritiene quindi che l’obbligo, sotto pena di sanzioni, di etichettare l’origine del latte sia illegale. Ne dichiara quindi l’annullamento.

La reazione del sindacato agricolo francese Fnsea: inaccettabile decisione del Consiglio di Stato francese che annulla l’etichetta dell’origine del latte

“Pioniera nel campo dell’etichettatura di origine, dal 1° gennaio 2017 la Francia conduce una sperimentazione sull’etichettatura dell’origine del latte, del latte incorporato nei prodotti lattiero-caseari e delle carni utilizzate come ingredienti nei prodotti trasformati”, sottolinea un comunicato del sindacato agricolo francese Fnsea, nell’evidenziare che “con la sua decisione, il Consiglio di Stato ha risposto favorevolmente alla richiesta di Lactalis di porre fine a questo esperimento e di vietare la menzione obbligatoria dell’origine del latte sui prodotti lattiero-caseari venduti in francia. La Federazione nazionale dei produttori di latte, i Giovani agricoltori e la Fnsea si rammaricano profondamente di questa decisione e denunciano l’atteggiamento irresponsabile di un attore economico contrario al riconoscimento del lavoro dei produttori di latte francesi. Dando ragione a Lactalis, il Consiglio di Stato impedisce ai consumatori di sapere da dove proviene il loro cibo e di scegliere liberamente i prodotti che consumano. Una decisione che va controcorrente, poiché nel frattempo numerosi altri Stati membri dell’Ue si sono uniti alla Francia nel suo approccio. E’ un pessimo segnale che un testo fondante come questo possa essere stato messo in discussione nonostante crei valore per la Francia agricola e permetta di informare i consumatori sull’origine e la tracciabilità di ciò che consumano. Questa decisione mina infatti gli sforzi di lunga data intrapresi dagli agricoltori francesi per soddisfare le aspettative dei cittadini, che devono permettere che la professione agricola sia remunerata con dignità. Mentre all’Assemblea nazionale è in corso l’esame del disegno di legge volto a ridurre le nostre emissioni di gas serra, ricordiamo che un reddito dignitoso e un’alimentazione più locale siano condizioni sine qua non della transizione agroecologica e della lotta contro i cambiamenti climatici. Di fronte a questa decisione, chiediamo allo Stato una risposta forte: fare ogni sforzo per ripristinare questo obbligo di etichettatura che è necessario; mantenere le disposizioni del decreto sulle carni come ingredienti; mostrare una rotta che sia commisurata alla sfida per i lavori del Consiglio nazionale dei consumatori sull’etichettatura dell’origine degli alimenti trasformati con un dispositivo semplice e fornendo tutta la trasparenza necessaria. Infatti, l’altra sfida che abbiamo di fronte è ovviamente la strategia farm to fork, in merito alla quale la Fnsea e i Giovani agricoltori attendono che le nostre richieste vengano accolte a livello europeo! Ora più che mai la trasparenza è una necessità dal produttore al consumatore!”