Si apre un caso bio

Di   10 Maggio 2022

Si sa, la domanda di prodotti biologici galoppa verso la saturazione. Da ciò seguirà la riduzione dei prezzi. A questo primo allarme, si aggiunge l’invito del Ceo di Syngenta a ridimensionare le produzioni bio per ragioni etiche, monito subito seguito dall’altolà di Coldiretti

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Di fronte alla minaccia di una crisi alimentare globale, è necessario rinunciare all’agricoltura biologica. Lo sostiene Erik Fyrwald, CEO del colosso agrochimico basilese Syngenta. Secondo Fyrwald i Paesi ricchi hanno l’obbligo di aumentare la loro produzione agricola per evitare una catastrofe mondiale.

Le rese dell’agricoltura biologica possono essere inferiori fino al 50% a seconda del prodotto, afferma Fyrwald sulle colonne della NZZ am Sonntag, quotidiano di Zurigo. Secondo FYRWALD i paesi ricchi hanno l’obbligo di aumentare la loro produzione agricola per evitare una catastrofe mondiale. Le rese dell’agricoltura biologica possono essere inferiori fino al 50% a seconda del prodotto. la conseguenza indiretta è che le persone muoiono di fame in Africa perché noi mangiamo sempre più prodotti bio.

L’agricoltura biologica favorirebbe il consumo di terra, perché richiede superfici più grandi, e danneggerebbe anche il clima, poiché i campi vengono solitamente arati, il che aumenta le emissioni di co2. Malgrado Syngenta produca pesticidi e sementi geneticamente modificate, FYRWALD afferma di non opporsi all’agricoltura biologica per favorire gli interessi di Syngenta, gruppo rilevato nel 2017 dal gigante cinese Chemchina. Il settore realizza infatti alti profitti con i prodotti bio, poiché i consumatori sono pronti a pagare molto per questo.

La teoria di Erik Fyrwald provoca uno scossone in Italia, dove è fresca l’approvazione di una legge sul bio. A sollevare il caso è la Coldiretti. “L’attacco della multinazionale Syngenta al biologico – dice Coldiretti – colpisce direttamente l’Italia che è leader europeo nel numero di imprese agricole bio con ben 70mila produttori e oltre 2 milioni di ettari coltivati”. I prodotti bio finiscono nel carrello della spesa di quasi due italiani su tre (64%) con le vendite totali che nell’ultimo decennio sono più che raddoppiate tanto che nel 2021 hanno sfiorato il record di 7,5 miliardi di euro di valore, tra consumi interni ed export. “Oggi l’agricoltura italiana è la più green d’Europa, con 316 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 526 vini Dop/Igp, 5333 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola, la leadership nel biologico e nella biodiversità ma anche il primato della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari”, ricorda Coldiretti e l’Italia, dice il presidente Ettore Prandini “non può accettare passi indietro”.

A decidere cosa produrre non può essere di certo la cinese Syngenta“, dice Prandini, multinazionale acquistata nel 2017 per 43 miliardi di dollari dal colosso cinese ChemChina, il quale nel frattempo si è unito con Sinochem, dando vita a una holding petrolchimica da 150 miliardi di dollari, e con un tentativo fallito dalla multinazionale cinese di acquisire in Italia la Verisem. L’aumento del quantitativo delle produzioni, conclude il presidente di Coldiretti “deve essere ottenuto salvando aziende e stalle”.