TERZA RIUNIONE DEL TAVOLO DEL PARTENARIATO SUL PSN

Di   23 Novembre 2021

Si è svolta la terza riunione del tavolo del partenariato, presieduto dal ministro delle politiche agricole e forestali, Stefano PATUANELLI, per definire il percorso per la redazione del piano strategico nazionale (psn) della politica agricola comune post 2022, che dovrà essere presentato entro fine anno

Il 23 novembre, il Parlamento europeo ha dato il via libera finale alla nuova politica agricola comune (PAC), che entrerà in vigore nel 2023. Ora la palla passa allo Stato italiano. Nei prossimi mesi, il piano di sviluppo rurale dovrà essere elaborato e l’Italia dovrà determinarne l’attuazione dettagliata a livello nazionale, nel quadro del piano strategico.

Si è così riunito per la seconda volta il tavolo nazionale di partenariato per la nuova PAC. Collegati in video conferenza gli attori istituzionali, sociali ed economici e tutte le principali associazioni di settore, le organizzazioni professionali, sindacali e il mondo della cooperazione. Anche l’Unione Contoterzisti – Uncai. Al centro della discussione la bozza di schema della strategia nazionale con gli obiettivi prefissati da raggiungere e gli scenari relativi alle scelte sui pagamenti.

Il ministro PATUANELLI ha introdotto la riunione illustrando il lavoro portato avanti sul psn nelle ultime settimane, aggiornando i partecipanti sui temi della governance, delle tempistiche di redazione e presentazione dei documenti e sulle misure previste dalla legge di bilancio in materia di rischi in agricoltura che si affiancano a quanto previsto dalla nuova Pac.

Gli attori del tavolo del partenariato invieranno al ministero un documento scritto di sintesi con reazioni e suggerimenti in merito ai temi trattati oggi e che saranno oggetto di analisi da parte del Mipaaf in vista della prossima riunione.

Al momento il Psn è in fase di elaborazione; manca quindi di delineare numerose scelte fondamentali. Entro la fine dell’anno dovrà essere inviato alla commissione europea e rappresenterà uno dei tasselli fondamentali del futuro del primario nazionale; l’altro tassello, dopo l’atteso ok al testo della riforma con cui diventeranno legge i tre regolamenti comunitari che compongono la Pac, sarà rappresentato dagli atti delegati messi in campo dalla commissione europea, con i quali si andrà a completare il quadro legislativo della politica agricola comune.

Il documento redatto è centrato sulla sostenibilità economica del sistema agroalimentare. La transizione ecologica è declinata in termini di opportunità di reddito delle aziende, valutando così con attenzione gli impatti economici degli impegni richiesti agli agricoltori per la sostenibilità ambientale.

Il Pnr è tuttavia ancora debole quando si parla di sburocratizzazione e semplificazione. Una quadratura del cerchio ostica dovendo coniugare in un progetto coerente lo sviluppo delle tre anime della sostenibilità, ovvero economica, ambientale e sociale, obiettivi comunitari in materia di architettura verde e di ecoschemi.

Nel piano andrà delineato quali sono gli agricoltori attivi nel nostro paese, ovvero i soggetti beneficiari del sostegno, tra i quali bisogna considerare non solo chi vive di agricoltura, ma anche chi fa vivere l’agricoltura e quindi tutte quelle aziende che, pur avendo una minore rilevanza economica, hanno un imprescindibile ruolo nella tutela delle aree montane e interne e nella gestione del territorio e dei suoli.

Senza trascurare la necessità di puntare sull’innovazione e sulla ricerca, sul ricambio generazionale. e su un pagamento redistributivo che non causi difficoltà burocratiche.

Ma quali sono i paletti tracciati dall’Unione europea?

Dal 2023 al 2027, circa 387 miliardi di euro saranno destinati all’agricoltura europea. Questo equivale al 33 per cento del bilancio complessivo dell’Unione.

In generale, la nuova PAC sarà più rispettosa dell’ambiente e del clima. L’obiettivo dell’UE di ridurre le emissioni di CO2 d’almeno il 55 per cento entro il 2030 ha infatti conseguenze anche per il settore agricolo e la sua riforma. La nuova PAC contiene quindi nuovi requisiti ambientali. Agli agricoltori viene giustamente chiesto un maggiore impegno per la sostenibilità ambientale ma con risorse finanziarie in diminuzione. Per l’agricoltura italiana, fino al 2026, il taglio ammonta al 15% in termini reali rispetto al periodo di programmazione chiuso lo scorso anno

Una delle misure più discusse è la dimensione ambientale dei pagamenti diretti nel primo pilastro. A partire dal 2023, parte di essi sarà infatti condizionata al rispetto di precisi vincoli in materia. Durante i negoziati, i rappresentanti delle istituzioni europee hanno deciso che il 25% di tali risorse delle risorse del primo pilastro da destinare agli eco-schemi. La nuova architettura verde interesserà anche il secondo pilastro: tra il primo e il secondo pilastro, almeno il 60% delle risorse saranno infatti dedicate ad essa. Sarà, inoltre, inglobata nella Pac anche la dimensione sociale, obbligatoria a partire dal 2025, ma da intendersi xcome un’ulteriore valorizzazione di una pac rivolta anche alla collettività e ai lavoratori.

Con le nuove regole, il 10% dei finanziamenti sarà redistribuito dalle aziende di grandi dimensioni a quelle più piccole, che riceveranno così un maggiore sostegno, una misura importante, soprattutto per le piccole aziende agricole nelle zone di montagna. C’è poi il sostegno per i giovani agricoltori. Entro il 2026 è pure prevista, a livello statale, una convergenza dei pagamenti diretti per ettaro di almeno l’85%. In questo modo, anche se continuano a esistere differenze regionali nel livello dei pagamenti diretti per ettaro, il valore medio tra le regioni continuerà a convergere. I programmi operativi saranno poi ricondotti e i sistemi di assicurazione saranno ampliati e migliorati.

In un impianto dove la sostenbilità e la responsabilità ambientale e sociale sono la vera chiave di volta, il concetto della reciprocità negli standard produttivi deve essere applicato con rigore, in modo che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, Insoma, occorre la garanzia che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute.

L’attenzione è ora sulla messa a punto dei programmi strategici nazionali per l’applicazione della nuova Pac che gli stati membri devono inviare alla commissione europea entro dicembre. L’invito di Uncai è di concentrare le risorse finanziarie sull’agricoltura professionale, con il coinvolgimento indiretto di agromeccanici iscrtti a un Albo nazionale. L’agricoltura professionale, infatti, produce per il mercato e crea occupazione. La transizione ecologica richiede investimenti, un’ampia diffusione delle innovazioni tecnologiche e una crescente integrazione con le altre parti della filiera agroalimentare. Per raggiungere la neutralità climatica secondo gli impegni definiti a livello internazionale va salvaguardata la redditività delle imprese.