Un bollino etico contro il caporalato

Di   5 Settembre 2018

Il ministro Centinaio pensa a un “bollino etico” sui prodotti frutto di condizioni di lavoro dignitose e regolari come arma in più per combattere il caporalato.

ROMA – A questo sta pensando il ministero delle politiche agricole secondo quanto rivelato a Winenews dal ministro Gian Marco Centinaio. Un progetto che presenta le sue difficoltà per l’alto tasso di diffusione del fenomeno caporalato in alcune aree, sottolinea il ministro, ma che comunque va avanti sulla spinta di voler contrastare il fenomeno non solo con la repressione, che da sola sembra non basti, ma anche con incisive azioni culturali e promozionali. E per scoraggiare il caporalato sarebbe innanzitutto importante, osserva ancora il ministro a Winenews, porre un freno alla rincorsa dei prezzi al ribasso e del sottocosto, perché oggi come oggi il caporalato è anche figlio di questi prezzi al ribasso”.

Sulla questione dei prezzi, il ministro Centinaio annuncia di voler “fare un incontro tra tutte le filiere, ma quando si parla di filiere – e ho parlato con imprenditori, grandi aziende che lavorano anche con la grande distribuzione – la loro risposta è: “benissimo, parteciperemo al suo tavolo di filiera ma vogliamo che ci sia la grande distribuzione, perché è indispensabile la sua presenza se dobbiamo parlare di sottocosto, se dobbiamo parlare di gare al ribasso per quanto riguarda i prezzi nella Gdo” .

Il ministro ha ben presente le cause del fenomeno caporalato: “E’ una questione culturale? Non lo so. E’ una questione di cercare di guadagnare il più possibile? Sicuramente sì”. Il ministro fa un accenno anche agli strumenti già individuati e messi in campo per combattere la “schiavitù” nei campi. “Abbiamo messo in piedi – osserva – tutta una serie di strumenti di legalità, abbiamo messo in piedi la repressione perché, secondo me, nel momento in cui una persona ruba o utilizza quelli che io chiamo ‘schiavi”, fa male non solo alla sua azienda ma a tutto il sistema Paese. E mi spiego meglio: in Australia un nostro competitor per quanto riguarda la produzione di pomodori sta mettendo in giro dei grossi manifesti dove fa vedere gli “schiavi” che vengono utilizzati in Italia. Sui manifesti c’è scritto “non acquistare italiano perché non è un prodotto etico”. Ecco, il problema è che nel momento in cui un prodotto italiano non è etico, tutti i prodotti italiani diventano etici . La lotta al caporalato è anche una lotta a questo”. E tra i rimedi ancora da adottare, il ministro pensa anche all’ipotesi dei “bollini etici” sui prodotti agroalimentari. “ Ci abbiamo pensato – ammette – ma considerando che la legge sul caporalato prevede per esempio il registro delle aziende etiche e in provincia di Foggia su 33mila azienda aderiscono al registro tra le tremila e le quattromila, allora vuol dire che c’è qualcosa che non va. E allora altro che bollino, lì bisogna mandare l’esercito”.

Fonte: Winenews