Un Commissario Recovery farms

Di   29 Maggio 2020

Tassinari: “Abbiamo bisogno di una personalità di alto profilo, proveniente dal mondo agricolo per non disperdere in tanti rivoli i fondi extra che potrebbero arrivare dall’Europa”

Aproniano Tassinari

ROMA, 29 maggio 2020 – UNCAI saluta con favore la proposta di un Recovery Instrument da 750 miliardi presentata da Ursula von der Leyen al Parlamento europeo. Se il progetto passerà il vaglio del Consiglio europeo, l’Italia disporrà di 82 miliardi a fondo perduto e 90 a titolo di prestiti. In particolare, il bilancio agricolo 2021-2027 verrebbe rafforzato da 15 miliardi, destinati a realizzare gli obiettivi posti dalle strategie Farm to fork e biodiversità.

Per evitare che il tali fondi siano dilapidati nell’assistenzialismo o ridistribuzioni a pioggia, senza alcuna logica, UNCAI propone di nominare un Commissario alla Recovery Farm. “Pensiamo a una personalità di alto profilo, senza tinte politiche, con competenze in economia agraria e in grado di canalizzare 15 miliardi senza ingerenze o ricerca di facile consenso”, afferma il presidente di UNCAI Aproniano Tassinari che aggiunge che “il commissario dovrebbe essere la sintesi tra mondo produttivo, imprenditoriale, accademico e della ricerca e quindi nominato e ricercato tra questi”.

È innegabile come la politica, a tutti i livelli, non goda della stabilità necessaria ad approntare i piani strutturali e infrastrutturali di cui ha bisogno oggi l’agricoltura italiana per confermarsi quale punto di riferimento solido per il Paese, in caso di crisi sanitarie, sociali ed economiche. “Senza una strategia si rischia di disperdere un’occasione storica in mille rivoli che non portano né efficienza né lavoro”.

Tutto quello che arriva dall’Europa è frutto delle nostre tasse e prima o poi torna all’Europa sotto forma di nuove tasse su consumi e produzioni. “Per essere preparati, occorre puntare la fiche da 15 miliardi su riforme strutturali, che non potranno scordarsi della pericolosità e inefficienza delle macchine agricole oggi in circolazione, così come della necessità di maggiore professionalità e responsabilità in agricoltura. Per una visione chiara e condivisa del futuro dell’agricoltura italiana, occorre un Commissario alla Recovery Farm forte di anni di lavoro sul campo e di una autorevolezza che gli permetta di superare l’immobilismo della burocrazia italiana, di dribblare le correnti dei tanti maestri del pensiero unico e soprattutto di mediare tra le istanze di sviluppo tecnologico e l’essenziale tutela del risparmio, delle persone e delle comunità”.