Zootecnia sotto attacco… ancora

Di   7 Aprile 2022

L’idea per il Green Deal: applicare agli allevamenti le norme UE sulle emissioni delle grandi industrie per una transizione verde a lungo termine. L’assessore all’agricoltura della Lombardia Fabio Rolfi: “Dall’Ue altra follia anti allevamenti. Fermare visioni ideologiche”

Il 5 apirle la Commissione ha presentato una serie di proposte volte ad aggiornare e modernizzare la direttiva sulle emissioni industriali, caposaldo della prevenzione e della riduzione dell’inquinamento. L’aggiornamento normativo per trasformare l’Europa in un’economia a inquinamento zero e climaticamente neutra entro il 2050. Secondo le nuove regole, gli allevamenti di bovini, suini e pollame di maggiori dimensioni (con più di 150 capi, circa il 13% degli allevamenti commerciali europei, insieme responsabili del 60% delle emissioni di ammoniaca e del 43% del metano nell’Ue) verranno gradualmente coperti. I benefici per la salute di questa copertura estesa sono stimati a oltre 5,5 miliardi di euro all’anno. Dato che le aziende agricole hanno processi più semplici degli impianti industriali, tutte le aziende coperte beneficeranno di un regime di autorizzazioni più snello. Gli obblighi derivanti da questa proposta rifletteranno le dimensioni delle aziende agricole e la densita’ del bestiame attraverso requisiti personalizzati.

“Una follia anti allevamenti”, l’ha subito definita l’assessore regionale lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia Fabio Rolfi. “L’Unione europea vuole estendere oneri burocratici a un numero sempre più alto di allevamenti, allargando il perimetro di applicazione delle norme sulle emissioni industriali anche agli allevamenti bovini e abbassando la soglia di applicazione per quelli avicoli e suini”.

La commissione ha quindi proposto di inasprire gli obblighi già esistenti, con un aumento dei costi amministrativi e burocratici. Sotto il profilo procedurale, il testo varato dalla commissione prevede di assegnare, dopo il via libera da parte del parlamento europeo e del consiglio, un periodo massimo di diciotto mesi agli stati membri per trasporre la nuova direttiva nell’ordinamento nazionale.

“Nella nostra regione è allevato oltre il 50% dei suini italiani, il 25% dei bovini da carne, viene prodotto il 45% del latte italiano. Non possiamo continuare a subire in silenzio l’azione dei burocrati di Bruxelles che per interessi economici e per una visione anti impresa continuano a penalizzare la nostra zootecnia. Di fatto la nuova proposta di direttiva prevede che gli allevamenti vengano considerati come stabilimenti industriali. Dovranno dunque sottostare a rigide norme in materia di controlli e autorizzazione con livelli di burocrazia e costi insostenibili in particolare per le realtà meno strutturate” aggiunge l’assessore. “È ormai evidente il tentativo dell’Ue di favorire la produzione di carne sintetica e una dieta a base di insetti”. “Le aziende agricole lombarde stanno facendo investimenti enormi in materia di sostenibilità ambientale. Bisogna raggiungere gli obiettivi puntando sull’innovazione dei mezzi e delle tecniche di produzione, non stringendo la burocrazia e penalizzando gli imprenditori. Su questo tema chiederemo il sostegno del governo italiano e di tutti gli europarlamentari lombardi che incontrerò a fine mese a Bruxelles” conclude Rolfi.

“Attualmente solo il 5% degli allevamenti avicoli e suinicoli delle strutture attive negli Stati membri rientra nella sfera di applicazione della direttiva in questione. Sulla base delle proposte della commissione si salirebbe al 50%. E non solo: le nuove regole si estenderebbero anche agli allevamenti di bovini”, lancia l’allarme il presidente di Confagricoltra Massimiliano Giansanti. “Rischiamo un taglio di produzione a livello europeo, aprendo così la strada a maggiori importazioni da paesi terzi dove le regole sono meno rigorose di quelle valide nella Ue, anche ai fini della sostenibilità ambientale”, evidenzia sempre il presidente di Confagricoltura.

“Considerare l’agricoltura assimilabile all’industria ai fini delle emissioni è sbagliato”, è intervenuto il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli sulla sua pagina facebook. “La nuova proposta di Direttiva europea vorrebbe estendere una serie di pesanti oneri burocratici a quasi tutti gli allevamenti, non e’ con questa visione che si attua il Green deal. Tantomeno in un momento difficile come quello che stiamo vivendo oggi, che imporrebbe invece semplificazioni e finanziamenti più accessibili. Con questo obiettivo cercheremo di apportare i necessari correttivi alle proposte approvate, nel prosieguo dei lavori a livello europeo”.