Una filiera coesa, risorsa per il contoterzismo

Di   10 Dicembre 2015
Roberto Tamburini

Roberto Tamburini

Roberto Tamburini, presidente di Apimai Ravenna: “Senza agevolazioni dalle istituzioni, tocca alla filiera riconoscere il giusto reddito anche ai contoterzisti” – da MONDO AGRICOLO novembre 2015

Ogni anno, con una ventina di operai e 140 mezzi agricoli, RobertoTamburini lavora in Romagna circa 3000 ettari di terreni, garantendo alle aziende agricole sue clienti tutto quello che serve per svolgere qualsiasi lavorazione agricola.

Nelle ultime settimane sembrano esserci segnali positivi in economia. La Banca d’Italia e la BCE hanno previsto una crescita vicina all’1% nel 2016. Anche l’agricoltura può dire di essersi lasciata la crisi alle spalle?

Non credo, in agricoltura la crisi è un problema prima di tutto strutturale. L’agricoltore non può decidere quanto produrre e neppure il prezzo dei prodotti raccolti. La sua attività è strettamente legata al clima, mai in questi ultimi anni così sfavorevole. E lo abbiamo visto soprattutto nel 2014 e nel 2015. Se in passato un temporale portava 30 mm di acqua che potevano anche essere necessari, ora ne precipitano 150 con elevata intensità e ti allagano, determinando ingenti danni diretti ed indiretti. Per fare agricoltura oggi occorre avere spalle buone perché possono presentarsi eventi atmosferici calamitosi di notevole intensità, interessando anche zone molto vaste. Per un contoterzista attivo in quell’area vuol dire azzerare in poche ore tutto il suo lavoro ed il guadagno.

Ma in caso di calamità ed eventi eccezionali le istituzioni non stanziano degli aiuti economici?

Per l’agricoltore sì, a volte. Il contoterzista viene invece lasciato solo. Siamo al punto che un’azienda conto terzi, per svolgere con regolarità le ordinarie operazioni colturali ed andare avanti, deve sperare che tutto vada benissimo. Anche perché i margini di guadagno si sono notevolmente ridotti in quanto le aziende agricole richiedono a contoterzisti soprattutto lavori pesanti svolti con grandi macchinari ed elevate potenze e conseguente investimento, che consumano molto gasolio e hanno bisogno di un mantenimento costoso.

Da imprenditore cosa si sente di suggerire ai contoterzisti, per tutelare la propria attività?

Ci sono stati anni favorevoli alla crescita dell’attività conto terzi. Ora siamo in un periodo in cui il contoterzista deve essere molto oculato per non perdere ciò che ha raggiunto. Dalle nostre parti (ndr, in Romagna) i contoterzisti si sono attrezzati di tutte le macchine necessarie alle coltivazioni locali, ricercando l’innovazione, come l’agricoltura di precisione, nonché la ricerca dell’accorpamento poderale per l’ottimizzazione delle lavorazioni e dei cantieri.

Quali altre indicazioni per un’impresa conto terzi che voglia uscire dalle secche?

Tutti noi cerchiamo di allungare il più possibile il ciclo di vita delle macchine, curando in modo particolare la manutenzione. Questo è un modo per salvaguardare gli investimenti e il patrimonio costituito dal parco macchine. Sottolineo che oggigiorno il contoterzismo sta lavorando con margini irrisori, facendo il bene a tutti, ma non a noi stessi, e non ricevendo aiuti, sovvenzioni, agevolazioni economiche da nessuno.

Chi potrebbe avere un occhio di riguardo per gli agromeccanici, nel vuoto lasciato dalle istituzioni?

In assenza di agevolazioni da parte delle istituzioni, tocca ai costruttori di macchine aiutare i contoterzisti. Tutta la categoria degli agromeccanici dovrebbe essere vista come un partner al quale offrire tutte le agevolazioni possibili al momento dell’acquisto e pacchetti compresivi di assistenza. Avere un costo macchina tutto compreso, anche di rotture e ricambi, permetterebbe all’impresa conto terzi di definire il costo orario e un piano di ammortamento certo degli investimenti e costruire un solido progetto industriale. Senza forme di garanzia come questa, il rischio per il contoterzista è di non disporre della necessaria liquidità per riparare le macchine di grandi dimensioni in caso di guasti importanti.

Quale strada deve seguire a suo avviso l’Unione Contoterzisti?

Non c’è una sola strada da seguire. Noi abbiamo bisogno di coinvolgere tutti gli attori diretti ed indiretti del mondo agricolo e chiediamo la massima collaborazione; ci rivolgiamo in particolar modo al mondo industriale, alle compagnie di assicurazioni, agli istituti di credito, agli agricoltori, alle loro associazioni e a tutti i fornitori di prodotti ed attrezzature. Siamo un soggetto apolitico che deve saper dialogare in modo costruttivo con tutti, facendo però sempre presente che un contoterzismo in salute è un vantaggio per l’intero comparto agricolo. Per questo tutti, dagli agricoltori all’industria, dovrebbero impegnarsi a far capire alla politica che se gli agromeccanici sono lasciati soli, tutta la filiera e l’indotto sono a rischio. Dobbiamo far capire che siamo una filiera coesa con un unico obiettivo, salvare e dare la giusta marginalità a tutti i soggetti che gravitano nel mondo agricolo, dal primo all’ultimo.