Uncai intervista Paolo De Castro

Di   29 Aprile 2015

De Castro e Torrisi“Una politica comune tra agricoltori e contoterzisti per vincere le comuni sfide poste da Ttip e PSR”. Il numero di aprile di Mondo agricolo, il periodico di tecnica, economia e politica agraria di Confagricoltura,  ospita un’intervista a cura di Uncai all’eurodeputato Paolo De Castro su Ttip, agricoltura e contoterzismo. L’intervista è disponibile integralmente anche online, sul sito contoterzisti.it

Portare da 34 a 50 miliardi entro il 2020 il valore delle esportazioni italiane nel settore agroalimentare. L’obiettivo è raggiungibile, afferma De Castro, non solo grazie a un cambio euro dollaro più favorevole, all’abbassamento dei costi dell’energia e alla grande vetrina che si apre sul vero made in Italy con l’Esposizione Universale milanese. Per Paolo De Castro l’obiettivo può essere raggiunto anche grazie al Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti, più noto come Ttip, in corso di negoziazione tra Bruxelles e Washington e del quale è Relatore permanente proprio per il capitolo agricoltura. L’accordo è un sistema per far circolare le merci più facilmente tra Usa ed Europa senza le barriere “non tariffarie”, cioè quei controlli che impediscono ancora oggi l’import export di alcuni prodotti.

Abbiamo chiesto se gli agricoltori italiani avranno poi la forza di raggiungere i nuovi mercati che si potrebbero aprire in Usa con il Ttip. “Non servirà produrre di più, ma puntare maggiormente alle nostre eccellenze, riservando, per esempio, più latte e uva alla produzione di formaggi e vini di qualità, e guardare con più decisione al ricco mercato americano, disposto a pagare gli stessi prodotti più di altri Paesi”, si può leggere nell’intervista.

Per raggiungere mercati lontani sono però indispensabili anche i contoterzisti: “Gli agromeccanici hanno il merito di permettere agli agricoltori di raggiungere una capacità competitiva non inferiore a quella delle aziende francesi e tedesche. Anche l’Europa lo ha riconosciuto, dando la possibilità a regioni e stati membri di includerli nei PSR”.

Se solo alcune regioni hanno inserito gli agromeccanici nei PSR, è perché “c’è un problema politico che non può essere risolto solo sul piano normativo. Tocca alle associazioni degli agricoltori avviare una collaborazione sempre più stretta con gli agromeccanici e progettare una politica comune per ridurre, per esempio, il differenziale tra prezzi al consumo e alla produzione dei prodotti agricoli; ma anche politiche comuni sulla qualità delle produzioni e sulla loro commercializzazione; così come sui PSR per disporre di un parco macchine sempre aggiornato e in grado di fare qualità”.

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