Alluvione, Contoterzisti romagnoli alla Camera

Di   20 Giugno 2023

Il direttore di Apimai Ravenna e Uncai Roberto Scozzoli sentito in Commissione ambiente alla Camera: “Mancano indicazioni operative utili per la ripartenza: agricoltori e agromeccanici con le mani legate”

Roberto Scozzoli, direttore di Apimai Ravenna e Uncai.

ROMA, 20 giugno 2023 – È allarme per la ripartenza dell’agricoltura in Romagna: mancano indicazioni operative utili. Ieri i contoterzisti hanno avuto l’onore di essere uditi presso la Commissione ambiente alla Camera in merito ai fatti catastrofici in Romagna. Il direttore di Apimai Ravenna e di Uncai, Roberto Scozzoli, ha segnalato come le decisioni sin qui prese fermino la mano di chi lavora o vorrebbe riprendere a lavorare nelle campagne alluvionate.

Sono frenati soprattutto i contoterzisti, mai citati nei provvedimenti sin qui emanati, che per la sola provincia di Ravenna, hanno subito danni per oltre 10 milioni di euro tra infrastrutture, macchine e attrezzature agricole “sommerse” e dimezzamento dei lavori agricoli (come la raccolta) a seguito di spese già anticipate: “Si va dagli oltre 1800 €/ha per le anticipazioni colturali del grano ai 9000 €/ha per quelle di colture orticole come patate e cipolla”.

“Occorre estirpare le piante morte, arare profondamente, rimuovere il limo depositato, bonificare il terreno, ripristinare le quote di campagna cancellate dall’alluvione, rifare strade e capezzagne. Solo dopo tutte queste operazioni agromeccaniche, che non si possono fare con i piccoli trattori degli agricoltori, ma con le macchine specializzate dei contoterzisti, si potrà procedere a nuovi impianti arborei, magari con specie e varietà più appetibili dal mercato”, ha detto il direttore tecnico Uncai.

Direttive concrete per la ripartenza

Il punto è la carenza di direttive concrete per la ripartenza e l’assenza di stime veritiere dei danni, ha spiegato il direttore Scozzoli in audizione. “La ricerca dei fondi e di dati riguardanti i danni hanno avuto la precedenza. Per quanto riguarda la stima dei danni mi permetto di dire che sono espresse cifre a vanvera, non supportate da una veridicità estimativa con rilievi svolti da professionisti in loco. Questo se permettete è scandaloso!”, ha aggiunto, evidenziando come i valori apparsi sulle testate nazionali, come un danno complessivo di 50 milioni per l’agricoltura ravennate, non siano veritieri:

“Su un campione di circa 30 aziende agricole con orientamento sementiero, orticolo e arboreo ho stimato danni per oltre 40 milioni di euro solo di mancata produzione dell’annata in corso e per il ripristino fondiario e la sostituzione degli impianti arborei”.

La domanda è se agricoltori e contoterzisti stiano facendo bene a ripristinare le minime condizioni fisico-chimiche dei terreni per coltivare, a ripristinare subito campi e impianti arborei. Stanno anche impostando le colture di secondo raccolto e autunnali. Avrebbero invece dovuto attendere che un tecnico incaricato andasse nei centri aziendali a verificare l’effettivo danno?

Tutti ci stiamo chiedendo come verranno calcolati i risarcimenti vista la diversità dei danni. Perché vi è una casistica senza precedenti. Dopo oltre 30 anni passati in campo il sottoscritto durante le stime e perizie asseverate stenta, a distanza di un mese dall’alluvione, a riconoscere la coltura preesistente nel terreno”.

La richiesta di Apimai Ravenna e Uncai la conseguenza di tale incertezza sui danni effettivi nelle aree alluvionate: “Auspico risorse economiche per il prosieguo delle attività agricole e agromeccaniche. Non solo con lo slittamento degli oneri fiscali e/o con le sospensioni dei mutui e leasing, ma con una azione importante ed interventi economici a fondo perduto”.

di Marco R Menga

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