Contro il meteo estremo il mais si abbasserà?

Di   1 Dicembre 2021

Immagina un campo di mais alto e tentacolare. Ora riducilo, mantenendo la resa (con l’intervento dell’uomo): molti problemi attuali legati al meteo potrebbero essere in buona parte superati. Abbiamo letto un contributo di Richard Lawrence, a capo del gruppo di ricerca Bayer che si occupa di editing genetico, rese, malattie e qualità, pubblicato sul giornale online agfundernews.

Un mais più basso sarebbe più resistente ai cambiamenti climatici e alle condizioni meteorologiche estreme, eppure ancora in grado di fornire le colture di base di cui il mondo ha bisogno. Ecco perché. “La protezione delle colture è più comunemente associata alla difesa delle piante dagli insetti e dalle malattie che possono minacciare la vitalità di un raccolto. Tuttavia, oltre alle continue pressioni di questi insetti e malattie, proteggere le nostre colture oggi significa anche proteggerle contro la minaccia più grande e pericolosa di tutte: il cambiamento climatico”, scrive Richard Lawrence.

“L’impatto del cambiamento climatico è reale e pressante per gli agricoltori di tutto il mondo. Negli Stati Uniti, ad esempio, le richieste di indennizzo per perdite di raccolto legate ai cambiamenti climatici – a causa di siccità, inondazioni, venti e tempeste estreme – sono costate circa 27 miliardi di dollari tra il 1991 e il 2017. In Africa occidentale, la perdita media di produzione per il solo sorgo e miglio come un risultato del cambiamento climatico si è attestato a $ 6 miliardi all’anno tra il 2000 e il 2009”.

La scienza (ma soprattutto la tecnologia) può aiutare gli agricoltori a essere sempre produttivi, ma anche, ed è cosa altrettanto importante, può contribuire a mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici e degli eventi meteo estremi.

Gli scienziati delle colture della Bayer e di altre aziende utilizzano l’RNAi (interferenza dell’acido ribonucleico), un meccanismo mediante il quale alcuni frammenti di RNA sono in grado di interferire (e spegnere) l’espressione genica negli organismi, comprese le colture. Un uso innovativo dell’RNAi è lo sviluppo del “mais di bassa statura”. Qui, l’RNAi viene utilizzato per abbassare un gene che svolge un ruolo nel controllo dell’altezza nella pianta, risultando in una variante di mais più corta delle varietà tradizionali.

Gli agricoltori di solito associano raccolti più alti a rese più elevate, eppure, spiega lo scienziato, il mais più corto offrirebbe una serie di vantaggi. Per prima cosa, l’altezza ridotta della pianta conferisce alle colture più corte una maggiore stabilità in caso di vento forte. Inoltre la bassa statura può rendere il mais meno suscettibile a eventi meteorologici estremi.

È chiaro che gli effetti del cambiamento climatico si stanno intensificando e questo probabilmente significherà eventi meteorologici estremi più frequenti, aumento del rischio per gli agricoltori e la produzione alimentare globale, sia attraverso lo spostamento delle temperature, piogge e siccità imprevedibili, o altri cambiamenti climatici irregolari.

L’agricoltura deve muoversi e muoversi velocemente, dall’essere vista solo come un contributore al cambiamento climatico all’essere conosciuta come parte della soluzione; e le innovazioni nella resilienza delle colture giocheranno un ruolo importante nel modo in cui ci arriveremo.

Ad oggi non ci sono le condizioni per coltivare un mais basso nelle vertical farm, ma crediamo che la direzione sia questa.