Fira, la sfida globale dei robot agricoli

Di   6 Febbraio 2024

L’evento mondiale per i leader mondiali della robotica agricola si è svolto a Tolosa, dal 6 all’8 febbraio

Dino


Dal 6 all’8 febbraio, la città francese di Tolosa ha ospitato la quarta edizione di World Fira, il forum internazionale per la robotica agricola. Si tratta del più grande evento al mondo dove si possono scoprire le soluzioni più avanzate e qualificate per l’agricoltura autonoma e digitale. Giunto alla quarta edizione si alterna tra Francia e Stati Uniti, con due eventi all’anno. Come nelle scorse edizioni si è trattato di un’occasione unica per mettere in contatto agricoltori, scienziati, produttori di robot e industriali, e per assistere a dimostrazioni in campo, conferenze, workshop e pitch di startup.

Per parlare di robot agricoli occorre però prima di tutto intenderci: si tratta di una macchina autonoma, connessa alla rete, dalle dimensioni contenute sia per agire con la precisione e l’occhio del contadino, noi diremmo del contoterzista, sia per retare entro limiti di costo (o noleggio) ragionevoli.
La connessione è l’aspetto strutturale fondamentale. Sappiamo infatti come l’assenza di segnale sia una costante nelle aree rurali, anche in un paese come l’Italia che, almeno sulla carta, ha tutto ciò che serve per non soffrire di ritardo digitale, ma che purtroppo ne soffre.

Un evento come il World Fira può così contribuire a ridurre il divario digitale tra città e campagna, promuovendo i robot non solo perché “bravi contadini”, ma anche perché possono rappresentare una soluzione a basso costo, attraverso il noleggio o il contoterzista, a basso consumo energetico e in generale di risorse.

Una nuova agricoltura sostenibile, efficiente e sicura è infatti possibile. E’ però una strada che stiamo iniziando a percorrere ora; un sentiero non facile, lastricato di tecnologie interconnesse come sensori, droni, robot, data analytics, software, app, Internet of Things, intelligenza artificiale, algoritmi e blockchain.

Tra i protagonisti del World Fira c’erano più di 35 robot autonomi, provenienti da diversi paesi, che si sono sfidati in diverse categorie: aratura, semina, diserbo, raccolta, irrigazione, monitoraggio, trasporto e logistica.

Tra i concorrenti c’era la francese Naïo Technologies, con i suoi robot Oz, Dino e Ted. Oz è un robot cingolato multi-attrezzo che può curare le malattie delle piante, mappare il terreno, raccogliere e imballare i prodotti. È adatto per orti e vivai di piccole dimensioni, fino a 10 ettari. Dino (nella foto in alto) è un robot modulare che può diserbare meccanicamente diverse colture orticole, come insalata, carote, fagioli, cipolla, barbabietole e porri. È progettato per appezzamenti fino a 25 ettari e ha una precisione di circa 2 centimetri. Ted è un robot specifico per i vigneti, che può eliminare le erbacce tra le viti e monitorare lo stato delle piante. È dotato di un braccio meccanico che può adattarsi alla forma e alla dimensione dei filari.

Altri agbot presenti erano DooD, un robot cingolato multi-attrezzo che può curare le malattie delle piante, mappare il terreno, raccogliere e imballare i prodotti. Thorvald (Saga Robotics), un robot modulare che può trasportare carichi, spruzzare sostanze, irradiare le piante con luci UV e monitorare le colture.
Tom, Dick e Harry (Small Robot Company), tre piccoli robot che possono seminare, diserbare e monitorare le piante singolarmente.
New Holland ha invece portato al World Fira lo Stout Smart Cultivator, un’applicazione per trattori controllata via software che utilizza telecamere, intelligenza artificiale e una tecnologia di visione brevettata per distinguere le colture dalle erbe infestanti.

Una volta identificata le erbe infestanti, l’attrezzo procede alla coltivazione e contemporaneamente rimuove le infestanti con una precisione del 99%, riducendo la dipendenza dal lavoro manuale e dai trattamenti chimici e migliorando al tempo stesso le pratiche agronomiche. La società madre di New Holland, CNH, ha investito nella società statunitense Stout Industrial, acquisendone una quota di minoranza (10%) alla fine del 2022.

Ma quanto può costare un robot agricolo?

I modelli della Naïo Technologies vanno da 15.000 a 150.000 euro. FarmDroid, che offre un robot a energia solare per la semina e il diserbo di colture come barbabietole, carote e fagioli, con un prezzo di circa 50.000 euro. Vitibot, che offre un robot autonomo per il diserbo e la tosatura dei vigneti, con un prezzo di circa 100.000 euro. Secondo alcune fonti, il prezzo di base di Thorvald è invece di circa 100.000 euro. Ma spesso si tratta di macchine che si affittano e non comprano e il prezzo oggi si aggira, in media, sui 700 euro anno per ettaro di coltura.