I 4 trend tecnologici in agricoltura

Di   18 Maggio 2022

Il CL.USTER N.AZIONALE A.GRIFOOD con un position paper traccia la rotta culturale e tecnologica per indirizzare lo sviluppo dell’agricoltura italiana

lla futura Pac si chiede al sistema agroalimentare italiano di fare propri quattro cambiamenti:

  1. la gestione sostenibile delle risorse naturali (Green Deal e Biodiversity),
  2. il contrastante bisogno di produrre di più e in modo sempre più attento verso la salute e la sicurezza (One Health),
  3. la circolarità e l’efficienza dei flussi tra produttori e consumatori (Farm to Fork)
  4. la competizione verso le nuove economie agroalimentari e le loro diverse regole.

Per definire e inquadrare le priorità, il 5 maggio nel corso di CIBUS a Parma, il CL.USTER N.AZIONALE A.GRIFOOD ha elaborato e presentato il position paper per la Crescita Economica e Sostenibile del settore Agroalimentare italiano basato su ricerca e innovazione, inquadrando quattro trend tecnologici progettuali, su cui si sono raccolte manifestazioni di interesse di grande imprese, PMI e associazioni agricole e industriali. Il Position Paper rappresenta così la risposta del Cluster alle principali sfide per l’innovazione del settore attraverso l’individuazione di quattro grandi tematiche strategiche su cui investire:

  • Decarbonizzazione dei sistemi agroalimentari
  • Tracciabilità dei prodotti agroalimentari, logistica e piattaforme fisiche e digitali
  • Made in Italy e One Health
  • Valorizzazione dei Foods by product e riduzione degli sprechi

Decarbonizzazione dei Sistemi Agroalimentari

L’obiettivo è lavorare insieme in ambito territoriale per arrivare ad una contabilizzazione di distretto del bilancio di carbonio e favorire l’attuazione di sistemi di emission trading a vantaggio di tutti gli attori coinvolti.
Il modello proposto è l’intensificazione sostenibile che impegna a mettere a punto e adottare tecniche di produzione e trasformazione a basso impatto ambientale, puntando all’azzeramento del bilancio relativo alla produzione di CO2, salvaguardando la salubrità del cibo e conservando la fertilità del suolo.
In questo ambito diventa rilevante anche inserire strategie innovative sulla tracciabilità che consentano di minimizzare gli scarti e favoriscano una distribuzione logistica mirata a ottimizzare la componente dei trasporti.
Nessuna soluzione deve essere scartata a priori (ad esempio le tecniche di genome editing) senza valutarne il reale impatto sulla conservazione dell’ambiente e della biodiversità vegetale e animale.

Tracciabilità dei prodotti agroalimentari, logistica e piattaforme fisiche e digitali

L’Iralia ha una competitività molto scarsa in questo campo, e si attesta al ventesimo posto sui 27 stati membri dell’UE, con grado di allineamento molto eterogeneo condizionato dalle dimensioni aziendali (molte difficoltà permangono per le PMI su marketing, vendite, finanza e controllo, sistemi informativi, acquisti e catena di approvvigionamento). Nel settore alimentare, l’uso dei “big data” è ancora all’alba ma vanno crescendo gli usi di soluzioni tecnologiche innovative su blockchain, QR codes, App, IoT e Cloud, che portano verso quello che viene denominata Agricoltura 4.0. L’implementazione di tecnologie di tracciabilità potrà consentire alle aziende di migliorare il rendimento dei propri sistemi produttivi. Ad esempio, spostare all’ indietro la tracciabilità, partendo già dal seme e dalle “breeding technologies” per favorire un migliore adattamento e miglioramento produttivo, ridurre la vulnerabilità a frodi e sofisticazioni, promuovere trasparenza e sostenibilità, migliorare le allerte precoci e la gestione del rischio riducendo le perdite, gestire le eccedenze e consentire il riallocamento e riutilizzo nel terzo settore. Le strategie si basano, oltre che sulla automazione e l’allargamento della connettività, sull’accompagnamento verso una transizione digitale, coinvolgendo le aziende nella co-progettazione e favorendo la formazione delle competenze e la cultura digitale. Il sistema di tracciabilità potrà integrare agricoltura e sensoristica di precisione con il monitoraggio e allerta climatico, i sistemi di gestione logistica, i nuovi sistemi di smart packaging, i modelli collaborativi.

Made in Italy e One Health

L’Italia è l’unico Paese al mondo che vanta oltre 300 indicazioni geografiche riconosciute per i prodotti alimentari e circa 500 per il comparto vini, cui si aggiungono più ‘di 5000 prodotti tradizionali riconosciuti a livello regionale. Una valore da preservare. Le sfide più difficili nella ottica del Green Deal (sintetizzabili in : -50% antiparassitari chimici, -20% fertilizzanti, -50% antibiotici per allevamenti e acquacoltura, -50% perdita nutrienti dal suolo e + 25% biologico) riguardano tutte le fasi delle filiere produttive a partire dalla produzione primaria fino alla industria di trasformazione. Le soluzioni proposte dalla ricerca per la produzione primaria sono:

  • Pratiche agronomiche e filiere produttive più sostenibili, resilienti e di qualità.
  • Tecnologie digitali per un’agricoltura di precisione e per la sostenibilità delle produzioni primarie.
  • Nuove pratiche agronomiche per la biofortificazione e la qualità nutrizionale dei prodotti freschi.
  • Nuove tecnologie di miglioramento genetico per l’aumento della resilienza e della qualità delle specie coltivate.
  • Miglioramento della struttura e della biodiversità dei suoli destinati all’agricoltura.
  • Valorizzazione di specie/varietà sottoutilizzate ad elevato valore salutistico/resilienza e loro re-introduzione nelle filiere tradizionali.
  • Gestione e riduzione degli scarti e sottoprodotti.
  • Promozione ed armonizzazione di filiere corte adattate a specifiche condizioni pedo-climatiche.
  • Sviluppo di nuove filiere dedicate a specie ricche in nutrienti, micronutrienti e in proteine per limitare le importazioni da paesi non UE.

Valorizzazione dei Foods by product e riduzione degli sprechi

La pandemia ha fatto emergere numerose fragilità dei modelli di produzione e consumo a livello mondiale, basati su una logica di sfruttamento delle risorse. In questo si inquadra il trend tecnologico “Valorizzazione dei Foods by product e riduzione degli sprechi”. In questo contesto, molto giocano anche la mancanza di coordinamento tra i diversi partecipanti ai processi di produzione, e lo spreco lungo la filiera per una numerosa serie di motivi, dall’invenduto per carenza di domanda, per il raggiungimento della data di scadenza, per non conformità o per errori di programmazione. A ciò si aggiungono una carenza impiantistica per il riciclaggio dei rifiuti organici, la difficoltà di realizzazione di impianti di bioraffineria, e di valorizzazione degli scarti. I fabbisogni sono quindi molteplici, e partono dalla messa a punto di nuove strategie di produzione:

  • favorire la ricerca e l’implementazione di nuove tecnologie di processo (ivi incluso lo sviluppo di innovativi impianti di produzione) in grado di minimizzare gli scarti e mantenere un controllo di filiera sui sottoprodotti per il loro riutilizzo come materie prime secondarie;
  • ridurre lo spreco alimentare, favorendo lo sviluppo di packaging innovativi (caratterizzati da un ridotto impatto ambientale) che siano funzionali al miglioramento della shelf-life dei prodotti confezionati, con catene di fornitura intelligenti per supportare la consegna efficiente ai consumatori e la conservabilità prolungata, riducendo la produzione di rifiuti, sviluppando parallelamente il riciclaggio e i sistemi di riutilizzo in particolare degli imballaggi in plastica, con l’obiettivo di aumentare la quantità di materiale riciclato, il recupero energetico e di ridurne lo smaltimento in discarica;
  • sviluppare strumenti I-tech per l’utilizzo intelligente degli alimenti e della loro gestione nelle case dei consumatori, con un’informazione chiara su etichette e sulle indicazioni di fine vita (termine minimo di conservazione e data di scadenza);
  • investire sulla distribuzione e sulla logistica, integrando gli strumenti dell’Industria 4.0 e le soluzioni tecnologiche chiave per la catena del valore e della fornitura;
  • favorire lo sviluppo, parallelamente al mercato globale, di nuove filiere alimentari corte e catene del valore a livello regionale e locale tramite il networking tra piccole imprese agro-alimentari, anche con la promozione di sistemi alimentari urbani per città più green, vivibili, sane e resilienti, con la distribuzione di prodotti freschi e di prodotti con alto valore nutrizionale a filiera corta;
  • sfruttare la possibilità di ottenere, mediante nuovi processi, alimenti e/o mangimi per zootecnia ed ingredienti e/o composti bioattivi innovativi ottenuti dai sottoprodotti generati dalle industrie di trasformazione del settore agro-alimentare (in particolare, industria ortofrutticola e delle carni) per lo sviluppo di alimenti con alto valore nutrizionale e/o per l’industria cosmetica;
  • valutare tecniche basate sulla bioraffineria diretta ed indiretta ad elevata sostenibilità ambientale ed economica per recuperare sottoprodotti a basso costo e loro componenti funzionali, utilizzando come biotrasformatori insetti, microorganismi e fermentazioni (con particolare riferimento alla sinergia con la Strategia Italiana per il Microbioma22), microalghe e alghe, veicolando poi la biomassa residuale alla produzione di compost, digestato e biogas;
  • favorire la creazione di nuove imprese che fungano da hub locale per la raccolta di sottoprodotti agrifood (includendo anche quelli della filiera horeca e della grande distribuzione organizzata) e che sviluppino tecnologie di bioraffineria diretta ed indiretta capaci di produrre nuovi prodotti o semilavorati ad alto valore aggiunto e basso impatto ambientale per le filiere food, feed, cosmetica, nutraceutica, ecc., allo stesso tempo fornendo un aiuto ed un reddito aggiuntivo a tutti gli attori che hanno prodotti agrifood da smaltire, sviluppando nuove tecnologie o soluzioni innovative che accompagnino le aziende alimentari nella delicata transizione in direzione di un modello di economia circolare;
  • superare ostacoli e difficoltà nelle autorizzazioni e nella normativa per un più efficace ed esteso riutilizzo di sottoprodotti, di riciclo e di recupero di scarti, di residui e di rifiuti costituiti da biomassa;
  • colmare le carenze impiantistiche per il riciclaggio dei rifiuti, in particolare delle plastiche, biobased attraverso investimenti ingenti per la ricerca, la sperimentazione e la realizzazione di nuovi impianti e nuovi prodotti industriali biobased, così come supportare lo sviluppo delle start-up per prodotti biobased attraverso la realizzazione di strutture per il dimensionamento preindustriale e di poli regionali competenti nell’efficace trasferimento delle tecnologie;
  • promuovere, laddove possibile, misure che agevolino la donazione di alimenti non ancora scaduti destinati a divenire rifiuti, come stabilito dalla Legge 19 agosto 2016