La corretta distribuzione di letame e liquame

Di   28 Gennaio 2020

La gestione dei reflui zootecnici è sottoposta a regole emanate con la direttiva nitrati, un decalogo da sapere alla perfezione per il rispetto dell’ambiente e di tutti noi

Dopo il fermo invernale, dal primo febbraio, bollettini agrometeorologici permettendo, sarà possibile riprendere a distribuire i reflui zootecnici sui terreni agricoli. La gestione dei reflui zootecnici è sottoposta a regole che sono state emanate con la cosiddetta direttiva nitrati. Nel corso dei prossimi controlli della condizionalità, numerosi agricoltori saranno controllati da parte degli uffici regionali per la verifica dell’atto A4 dei Criteri di gestione obbligatori della Condizionalità (CGO), relativa all’applicazione della direttiva 91/676/CEE. Ogni irregolarità determina una sanzione amministrativa e una decurtazione dei premi PAC.

Da qui la necessità di ricordare le regole da seguire nella gestione degli effluenti d’allevamento. L’elenco non è esaustivo, ma illustra alcune regole molto semplici sulla distribuzione di letami e liquami. Non si prendono invece in considerazione i parametri di capienza minima degli stoccaggi, il rapporto di azoto per ettaro – e quindi di capi – in funzione della vulnerabilità dell’area, l’obbligo di compilare e tenere aggiornato il registro delle fertilizzazioni, l’obbligo di compilare il documento di trasporto nel caso i reflui escano dall’azienda, ecc., per cui si rimanda alla lettura dell’intero Piano d’azione nitrati regionale.

Si ricorda che i controlli della condizionalità partiranno a agosto.

Gestione degli effluenti: modalità di utilizzazione agronomica

L’utilizzo agronomico dei letami è vietato:

  1. 5 m di distanza dalle sponde dei corsi d’acqua superficiali individuati come non significativi dal Piano di tutela e uso delle Acque, approvato con d.g.r. VIII/2244 del 29 marzo 2006;
  2. 10 m di distanza dalle sponde dei corsi d’acqua superficiali significativi;
  3. 25 m di distanza dall’inizio dell’arenile per le acque lacuali, nonché dai corpi idrici ricadenti nelle zone umide individuate ai sensi della Convenzione di Ramsar del 2 febbraio 1971.

L’utilizzo di liquami e dei materiali a essi assimilati è vietato:

  1. 10 m di distanza dalle sponde dei corpi d’acqua superficiali;
  2. 30 m di distanza dall’inizio dell’arenile per le acque lacuali.

Accumulo temporaneo

L’accumulo temporaneo di letami e di lettiere esauste di allevamenti avicunicoli. L’accumulo non è ammesso a distanza inferiore a:

  • 5 m dalle scoline;
  • 30 m dalle sponde dei corsi d’acqua superficiali;
  • 40 m dalle sponde dei laghi, nonché delle zone umide.

L’accumulo temporaneo è ammesso su suolo agricolo solo dopo uno stoccaggio di almeno 90 giorni e per un periodo non superiore a tre mesi.

Utilizzo agronomico

L’utilizzo agronomico di letami, liquami e fertilizzanti azotati diversi dall’effluenti d’allevamento è vietato:

  • sulle superfici non interessate dall’attività agricola, fatta eccezione per le aree a verde pubblico e privato e per le aree soggette a recupero e ripristino ambientale;
  • nei boschi, fatte salve diverse disposizioni regionali;
  • nelle fasce fluviali classificate dall’autorità di bacino del fiume Po, fascia di deflusso della piena (fascia A);
  • sui terreni gelati, innevati, con falda acquifera affiorante, con frane in atto e su terreni saturi d’acqua, fatta eccezione per i terreni adibiti a colture che richiedono la sommersione;
  • nella stagione autunno – invernale per un periodo definito dalla norma regionale;
  • nei giorni di pioggia e nei giorni immediatamente successivi al fine di garantire il non percolamento in falda e il non costipamento del terreno;
  • in tutte le situazioni in cui l’autorità competente provvede ad emettere specifici provvedimenti di divieto;
  • in golena entro argine a meno che non venga distribuito nel periodo di magra e venga interrato immediatamente;
  • di norma, sui terreni con pendenza media, riferita ad un’area aziendale omogenea, superiore al 10%;
  • se si applicano le seguenti tecniche:
    • irrigatori a lunga gittata;
    • distribuzione da strada a bordo campo;
    • tubazioni o manichette di irrigazione a bocca libera.

Metodi di distribuzione

Relativamente ai metodi di distribuzione è indispensabile garantire la massima uniformità distributiva sulla superficie e ridurre al minimo le perdite per volatilizzazione. Pertanto, la distribuzione degli effluenti d’allevamenti deve preferenzialmente osservare le seguenti modalità:

  • iniezione diretta nel suolo per una profondità indicativa di 10-20 cm;
  • spandimento superficiale a bassa pressione;
  • spandimento radente in bande quando trattasi di colture erbacee in copertura;
  • spandimento radente il suolo con leggera scarificazione quando trattasi di prati;
  • interramento entro e non oltre le 24 ore.