Macchine agricole, un mercato a due velocità

Di   4 Luglio 2023

I dati sulle immatricolazioni nei primi cinque mesi dell’anno, presentati nel corso dell’assemblea generale FederUnacoma a Varignana (Bologna), mostrano un calo per trattrici e rimorchi, e un incremento per mietitrebbie, trattrici con pianale di carico e sollevatori telescopici. Il ritardo del PNRR rallenta gli acquisti, mentre cresce in modo preoccupante la compravendita di macchine usate.

Nei primi cinque mesi dell’anno il mercato nazionale delle macchine agricole ha avuto un andamento a due velocità, caratterizzato da una contrazione delle vendite di trattrici e rimorchi, e da un incremento delle mietitrebbie, delle trattrici con pianale di carico e dei sollevatori telescopici.

E’ quanto emerge dai dati relativi alle immatricolazioni, elaborati da FederUnacoma sulla base delle registrazioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e presentati in occasione dell’Assemblea generale della Federazione, che si è tenuta a Palazzo Varignana (BO).

Rispetto allo stesso periodo del 2022, le rilevazioni indicano una flessione delle vendite di trattrici pari al 9% (in ragione di 8.354 unità immatricolate) e un calo più contenuto per i rimorchi (-4,7% in ragione di 3.334 mezzi immatricolati). Bilancio più positivo, invece, per le altre tipologie di macchine, che chiudono i cinque mesi in crescita rispetto al 2022. Tra gennaio e maggio le immatricolazioni di mietitrebbie incrementano del 25,8% in ragione di 166 unità, mentre le trattrici con pianale di carico e i sollevatori telescopici segnano rispettivamente +13,1% e +18,1% con 268 e 555 mezzi venduti.

La contrazione delle vendite di trattrici, che si era già registrata nel 2022 dopo le straordinarie performance del 2021 – spiega la Federazione dei costruttori – è dovuta al ritardo nell’erogazione dei fondi PNRR, e questo rallenta il processo di sostituzione del parco macchine con tecnologie di nuova generazione. A questo proposito – sostiene il Presidente uscente di FederUnacoma Alessandro Malavolti – un dato allarmante resta quello relativo alla vendita di macchine usate. Lo scorso anno, a fronte di 20.200 trattrici di nuova immatricolazione, le compravendite dei mezzi d’occasione hanno superato la soglia delle 51.400 unità, il massimo di sempre nel nostro Paese. I dati riferiti al totale delle vendite di trattori (nuovo e usato) indicano dunque che la domanda di tecnologie per l’agricoltura è ancora su livelli elevati – osserva Malavolti – ma che una quota consistente viene soddisfatta attraverso gli acquisti di macchine di seconda o terza mano, obsolete e inadatte a garantire quegli standard di produttività, di compatibilità ambientale e di sicurezza richiesti dall’agricoltura moderna. Per l’economia agricola italiana l’innovazione tecnologica rappresenta una priorità assoluta, ma sulla capacità d’investimento pesa tuttora l’andamento sfavorevole dei redditi agricoli. La piena modernizzazione della nostra agricoltura richiede, a partire dai fondi PNRR, un efficiente e organico sistema di incentivi – conclude Malavolti – che agevoli l’acquisto di macchinari di ultima generazione e che permetta al settore di compiere il necessario salto di qualità.

In crescita il fatturato delle industrie italiane

La domanda di trattrici, macchine operatrici, attrezzature e componentistica si mantiene su buoni livelli, ma il fatturato cresce oltre ogni previsione per il forte aumento dei prezzi. Il valore delle esportazioni italiane si incrementa del 16,7% e spinge la produzione nazionale a 15,5 miliardi di euro. Il valore, tuttavia, non corrisponde ad una crescita degli utili, giacché l’incremento dei prezzi di vendita copre l’aumento dei costi di produzione dovuti alle materie prime, all’energia e alla logistica.

Il mercato mondiale di trattrici, macchine agricole e componentistica per l’agricoltura cresce in modo consistente nel 2022, e con esso l’export italiano che spinge la produzione al suo massimo storico. Il valore del macchinario venduto a livello globale assomma a 160 miliardi di euro, con una crescita del 10% rispetto ai 145 miliardi del 2021.

L’incremento del business agromeccanico – che scaturisce da un alto livello della domanda associato ad un forte aumento dei prezzi – premia l’industria italiana, da sempre competitiva sui mercati esteri. I dati Istat sulle esportazioni italiane nel 2022 indicano per le voci “trattrici”, “macchine agricole” e “trattrici incomplete e parti” un valore complessivo di 7,3 miliardi di euro, con un aumento del 16,7% rispetto al 2021. Trainata dall’export, l’industria nazionale raggiunge un fatturato di 15,5 miliardi di euro (+13,3% sul 2021) – dato dalla somma della produzione di trattrici (2,4 miliardi), macchine agricole (7 miliardi), trattrici incomplete e parti (1,3 miliardi), a cui si aggiungono la componentistica (3,8 miliardi) e il giardinaggio e cura del verde (950 milioni) – che rappresenta il massimo storico per il settore.

Il dato record non corrisponde ad un incremento effettivo della redditività per le industrie di settore – ha spiegato Alessandro Malavolti – giacché la crescita dei listini ha sostanzialmente coperto l’incremento dei costi di produzione dovuto alle materie prime, all’energia e alla logistica”.

Nel presentare i dati di mercato e di produzione, Malavolti ha ricordato come il commercio delle macchine agricole registri dal 2001 ad oggi una crescita costante, superando anche le congiunture economiche più difficili, comprese quelle determinate dalla pandemia del 2020 e dall’inflazione dello scorso anno. Il mercato delle trattrici – che nel 2021 ha raggiunto complessivamente i 2,5 milioni di unità – è previsto in crescita anche nei quattro anni dal 2023 al 2026, con un tasso medio annuo del 4,5%, mentre il mercato delle altre macchine agricole dovrebbe incrementarsi, sempre nel periodo 2023-2026 ad un ritmo del 5% annuo.

“Nel lungo periodo – ha spiegato il Presidente di FederUnacoma – la domanda di macchinario agricolo è destinata a crescere ulteriormente se si considera che nel 2050 la popolazione mondiale raggiungerà i quasi 10 miliardi di persone, e che questo comporterà un incremento della domanda di derrate alimentari stimato fra il 50 e il 70%”. “Negli anni prossimi l’industria italiana sarà ancora protagonista – ha concluso Malavolti – malgrado la concorrenza di Paesi emergenti che offrono mezzi meccanici a basso costo, in un contesto nel quale i redditi agricoli non sempre consentono investimenti in tecnologie di nuova generazione.