Nuove opportunità per le società in agricoltuta

Di   2 Maggio 2019

Società e affitto per la gestione dell’impresa agricola: Convegno a Roma della Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria

Le società in agricoltura in questi anni si sono affermate sempre più nella gestione dell’impresa e hanno acquisito, dal punto di vista normativo, nuove opportunità divenendo uno strumento per un’agricoltura che deve confrontarsi su un mercato aperto e competitivo. Nel contempo l’affitto in agricoltura ha registrato una notevole crescita consentendo, tra le altre cose, la valorizzazione delle aree rurali.

Partendo da queste considerazioni, le società in agricoltura nell’ambito anche del contratto d’affitto sono state al centro dell’attenzione del Convegno “Le società in agricoltura: nuove opportunità per la gestione dell’impresa” che si è tenuto l’aprile scorso a Roma presso la sede di Confagricoltura, organizzato dalla Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria.

Le regole che disciplinano l’impresa, in forma individuale o societaria, in questi anni, sono state oggetto di profonde trasformazioni.

“Le società in agricoltura rappresentano uno strumento moderno per mettere insieme capitali e competenze adeguati al mutato scenario del settore agricolo, chiamato ad affrontare sfide sempre più importanti in termini di produzione sostenibile e tutela dell’ambiente”. Lo ha detto il Presidente della Proprietà Fondiaria Nazionale Giuseppe Visconti in apertura dei lavori evidenziando la necessità che questo strumento sia il più possibile duttile e flessibile, senza vincoli sulla compagine societaria, che esulano da quella che deve essere invece l’esclusiva attività agricola svolta dal soggetto giuridico. “Le società – ha spiegato Visconti – si affiancano e concorrono insieme all’affitto a incentivare l’accesso alla terra e al mondo agricolo nonché la cooperazione e partecipazione di soggetti non professionalmente coinvolti nella gestione agricola”.

Per il Presidente della Federazione si potrà così aprire la porta ai proprietari che mettono a disposizione la propria terra, anche nella duplice veste di proprietario e conduttore, nell’ambito del contratto d’affitto, anch’esso uno strumento moderno per la competitività delle imprese e la tutela del patrimonio fondiario.

È stata quindi evidenziata l’importanza dell’affitto nel nostro Paese che, secondo gli ultimi dati Istat relativi al 2016 cresce e si conferma strategico per lo sviluppo del settore agricolo; la Sau in affitto, infatti, a livello nazionale ammonta a circa 5,8 milioni di ettari, raggiungendo la quota di oltre il 45% della superficie totale.

Il Presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti dopo aver ricordato i rapporti di stretta collaborazione che storicamente hanno contraddistinto le due Organizzazioni ha evidenziato l’importanza della presenza della Proprietà Fondiaria nel mondo agricolo. “Il contratto d’affitto – ha detto Giansanti – permette l’allargamento della maglia poderale, a fronte di un canone, evitando quindi investimenti significativi per l’eventuale acquisto da parte dell’imprenditore che deve invece puntare sull’innovazione aziendale, per poter raccogliere le sfide del futuro”. Ha poi sostenuto che l’obiettivo principale è quello di riuscire a coniugare la sostenibilità economica con quella ambientale, intercettando le richieste della collettività e dei consumatori. “L’impresa, nelle sue varie declinazioni – ha concluso Massimiliano Giansanti – è sempre più al centro dell’azione sindacale di Confagricoltura, come indica chiaramente il nuovo statuto”.

Le successive relazioni hanno affrontato il tema delle società in agricoltura sotto l’aspetto economico, giudico e fiscale.

Dario Casati, Economista agrario, ha tracciato una panoramica sull’evoluzione del settore agricolo e sulle prospettive future evidenziando che il settore sta attraversando un periodo di difficoltà provocato da diversi fattori. “Gli elementi che concorrono a determinare questa situazione – ha detto Casati – sono riconducibili sia a fatti di natura economica generale sia a problematiche più specificamente agricole, tutti risultano però connessi fra loro e interagenti sul quadro attuale”. Secondo l’Economista sulle prospettive del settore si inserisce la questione relativa al futuro della Politica Agricola Comune per il quale, al momento, il processo di formulazione della nuova fase relativa al periodo 2021-2027 sembra molto rallentato. “Se l’obiettivo rimane un’agricoltura viva e produttiva – ha concluso Dario Casati – occorre fare in modo che antiche prevenzioni vengano superate, ad esempio proprio in materia di definizione dell’imprenditore agricolo e delle forme giuridiche che rientrano in questa categoria”.

Paolo Tonalini, Notaio, ha relazionato sul tema della riforma dell’impresa agricola tra vecchie e nuove norme ricordando che le società agricole in possesso dei requisiti previsti dalla legge possono ottenere la qualifica di Imprenditore Agricolo Professionale (IAP) e avere così diritto a tutte le agevolazioni tributarie in materia di imposte indirette e creditizie che in passato erano riservate ai coltivatori diretti. “Le società agricole – ha spiegato Tonalini – possono dunque chiedere le agevolazioni fiscali per l’acquisto dei fondi agricoli, e in particolare la cosiddetta agevolazione per la piccola proprietà contadina, che oggi è piccola solo di nome, dato che può essere utilizzata per l’acquisto di fondi agricoli di qualsiasi dimensione”.

Massimo Nicolini, Avvocato, ha trattato gli aspetti relativi alle società in agricoltura con specifico riferimento al contratto d’affitto sottolineando le principali problematiche connesse alla sempre più frequente titolarità dei contratti di affitto di fondo rustico in capo a società agricole in luogo del singolo imprenditore-affittuario. “La diffusione della forma societaria per la conduzione di fondi rustici – ha detto Nicolini – comporta la necessità di verificare se l’attuale quadro normativo in materia di contratti agrari, ancora oggi riconducibile alla legge n.203 del 1982 e alle modifiche apportate alla stessa a quasi quarant’anni dalla sua entrata in vigore, si presenti adeguato o non richieda un incisivo e organico intervento di manutenzione”.

Gian Paolo Tosoni, Tributarista, ha affrontato il delicato aspetto che ruota intorno alla fiscalità dell’impresa agricola nella forma societaria evidenziando che le società in agricoltura sono agevolate anche sotto il profilo delle imposte dirette. “Occorre tuttavia – ha spiegato Tosoni– distinguere fra le varie forme societarie, ovvero da un lato la società semplice la quale rientra naturalmente nei redditi fondiari e le società in nome collettivo in accomandita semplice ed a responsabilità limitata che possono applicare la tassazione in base al reddito agrario su opzione”.

A completamento di queste relazioni sono intervenuti: Maria Cristina D’Arienzo, Area legale di Confagricoltura, che ha affrontato il tema delle Reti di impresa in agricoltura e Roberto Caponi, Direttore Area sindacale Confagricoltura che ha sviluppato gli aspetti relativi alle norme del lavoro per le Reti di impresa.