Rinaturazione del Po sospesa

Di   10 Ottobre 2023

Il mondo agricolo tira un sospiro di sollievo per la sospensione del progetto di rinaturazione del fiume Po, finanziato con fondi Pnrr

Un progetto che avrebbe messo a rischio la pioppicoltura, una filiera di eccellenza che occupa 7.000 ettari lungo il corso del fiume e che produce 12 milioni di metri cubi di legno all’anno. Anche noi avevamo criticato duramente il progetto nelle scorse settimane, evidenziando le criticità e le assurdità di un intervento che avrebbe cancellato aree a forte vocazione agricola, senza garantire vantaggi né alla rinaturazione, né alla sicurezza idrogeologica.

Inoltre, il progetto era stato approvato senza consultare le categorie economiche interessate, in violazione dei principi di partecipazione e trasparenza. Uncai aveva lanciato un appello al governo e alle regioni coinvolte affinché non procedessero con il progetto, ma lo rivedessero profondamente, destinando i fondi a una più efficace gestione del fiume che possa consentire la convivenza tra ambiente e attività agricola.

Un appello ora raccolto dal soggetto attuatore, Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po, che ha comunicato la sospensione del progetto agli enti ed associazioni coinvolti nella Conferenza dei Servizi.

Uncai sottolinea il valore della pioppicoltura come modello di sostenibilità ambientale ed economica, che non impatta sull’ambiente, anzi lo avvantaggia, pur facendo economia. I pioppi assorbono il carbonio dall’atmosfera e lo stoccano nel legno, contribuendo alla lotta ai cambiamenti climatici. I pioppi non aumentano il rischio idrogeologico, ma lo diminuiscono, grazie alle loro radici che consolidano il terreno. I pioppi non impoveriscono il paesaggio, ma lo arricchiscono, creando un habitat favorevole alla biodiversità. Uncai ribadisce la sua volontà di dialogare con le istituzioni per trovare soluzioni condivise e virtuose per la gestione del fiume Po, che tengano conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti e che valorizzino il ruolo dell’agricoltura come presidio ambientale, economico e sociale. Il Po non torna indietro, ma va avanti con la pioppicoltura.