Una Pac contro

Di   1 Febbraio 2024

I nodi alla fine vengono al pettine: la protesta degli agricoltori contro la Pac e il Green Deal

L’Unione Nazionale Contoterzisti comprende il disagio degli agricoltori e denuncia la mancanza di sostegno e di rispetto da parte dell’Europa nei confronti del settore primario. Tassinari: “Prevalgano buon senso e ragionevolezza sia tra chi protesta sia tra gli europarlamentari”

VERONA – “Ieri a Fieragricola abbiamo ascoltato con interesse l’intervento dell’europarlamentare del Partito democratico Paolo De Castro. In breve crediamo di aver capito quanto segue: che in questi ultimi anni il problema a Bruxelles è stato un commissario dell’agricoltura debole contro una commissione e un commissario dell’ambiente forti; così forti da snaturare la Pac, che da strumento per il sostegno del reddito degli agricoltori è diventata un’arma per la propaganda green contro l’agricoltura e gli agricoltori”, afferma il presidente dell’Unione Nazionale Contoterzisti Italiani UNCAI Aproniano Tassinari, in merito alle proteste degli agricoltori oggi arrivate alle porte del parlamento europeo a Bruxelles. Poi una battuta sempre riportata dall’onorevole De Castro: quando i potenti euroambientalisti hanno imposto il dimezzamento del 50% dei fitofarmaci, i membri della commissione agricola hanno risposto con un paradosso: perché allora non dell’80%?. “Crediamo che la proposta di oggi di consentire agli agricoltori dell’Ue di derogare, per il 2024, alle norme della politica agricola comune che li obbligano a mantenere alcune aree non produttive sia solo il tentativo di far apparire un coniglio dal cappello, ma che non può farlo perché all’Europa è caduto in strada il cilindro, schiacciato da migliaia di trattori. Come ha detto l’on. De Castro sembra però essere finalmente in atto in Europa un cambio di paradigma. Noi gli crediamo e vogliamo pensare bene”, prosegue Tassinari.

Dopo anni, l’Europa riconosce che gli agricoltori hanno diritto a ricevere il sostegno della Pac. “Il cambiamento di paradigma, per essere tale, deve prima di tutto cancellare un’idea che chi ci governa dall’Europa ha contribuito a diffondere, ossia che gli agricoltori, e con loro i contoterzisti, inquinano e contaminano l’ambiente. Per anni hanno scritto norme che per essere in favore dell’ambiente e del clima dovevano essere, gioco forza, contro il settore primario. Come quella di equiparare stalle all’industria in fatto di emissioni climalteranti”.

Così la commissione europea oggi “offre” la possibilità a tutti gli agricoltori dell’Ue di essere esentati dall’obbligo di mantenere il terreno incolto o improduttivo sul 4% dei loro seminativi e di avere comunque diritto al pagamento diretto di base della Pac, la politica agricola comune, se coltivano colture che fissano l’azoto (come lenticchie, piselli o favette) e/o colture intercalari sul 7% dei loro seminativi. Le colture, spiega la commissione europea, devono però essere coltivate senza prodotti fitosanitari per mantenere l’ambizione ambientale della Pac. La misura sarà votata nei prossimi giorni dagli Stati membri riuniti in commissione. “Proponendo questa deroga temporanea, la commissione Ue sente in cuor suo di aver dimostrato flessibilità e solidarietà nei confronti degli agricoltori europei di fronte a difficoltà eccezionali. Ma non hanno ancora compreso che il punto cruciale non sono queste difficoltà eccezionali perché eccezionali sono solo le donne e gli uomini ancora disposti a mantenere l’agricoltura europea viva e con essa l’ambiente; nonostante sia penetrata nel cuore dell’Europa, tra i suoi leader, la tesi antiscientifica della contrapposizione tra ambiente e agricoltura e tra società e agricoltura”.

L’offerta della commissione europea non solo presenta un sovraccarico di condizioni tale da limitare in modo significativo l’efficacia della misura, conferma di essere figlia di un modo di pensare ancora errato e disinformato nei confronti di chi vive e lavora di agricoltura. “Comprendiamo la contestazione della Pac e del ‘green deal’ applicato all’agricoltura; comprendiamo il disagio che in alcuni diventa esasperazione. Siamo certi che l’Europa cambierà, in brevissimo tempo, e che prevarranno buon senso e ragionevolezza. La sostenibilità ambientale non deve sottrarre produttività, anzi occorre incrementare la produzione agricola europea per renderci autonomi dal punto di vista alimentare se non vogliamo giocoforza importare cibo coltivato altrove con tecniche per nulla rispettose dell’ambiente e delle persone: innovazione tecnologica, contoterzisti, miglioramento genetico sono le soluzioni urgenti da adottare, non certo regole lunari calate dall’alto”, conclude il presidente Tassinari.

Di Marco Renato Menga