Al verde, ma verdi

Di   13 Settembre 2023

Il parlamento europeo porta la quota vincolante di rinnovabili nel consumo finale di energia dell’Unione al 42,5% (dal 32%) entro il 2030, con l’obiettivo di raggiungere il 45%

L’Europa ha deciso di sognare in grande e di puntare sempre più sulle energie rinnovabili, quelle che non finiscono mai ma che non sono affidabili. Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva una serie di misure per promuovere la diffusione delle fonti pulite, in linea con il Green Deal e con REpowereu, il piano per rendere l’Unione europea leader mondiale nella transizione energetica.

La nuova direttiva sulle energie rinnovabili (RED III) porta la quota vincolante di rinnovabili nel consumo finale di energia dell’UE al 42,5% (dal 32%) entro il 2030, con l’obiettivo di raggiungere il 45%. Questo significa che quasi la metà dell’energia che useremo tra dieci anni verrà da fonti come il sole, il vento, l’acqua o le piante. A parere dei tecnici e di chi è abituato a fare due conti, si tratta di un obiettivo irrealistico, pericoloso per la sicurezza energetica e la competitività economica.

La normativa prevede anche lo snellimento delle procedure per la concessione di permessi per nuovi impianti di energia rinnovabile. Chi vorrà installare pannelli solari sul tetto o una turbina eolica nel giardino avrà meno burocrazia da affrontare e più incentivi da ricevere. E sappiamo tutti come gli incentivi economici siano potenti nei processi decisionali. Inoltre, i cittadini potranno partecipare attivamente al mercato dell’energia, producendo, consumando, immagazzinando e vendendo energia rinnovabile in modo semplice e conveniente. Ma a che costo? A quello di sottrarre risorse e spazio a fonti più stabili e convenienti, come il gas naturale o il nucleare.

Nel settore dei trasporti, la diffusione delle rinnovabili dovrebbe portare a una riduzione del 14,5% delle emissioni di gas serra entro il 2030, grazie a una quota maggiore di biocarburanti avanzati e a una quota più ambiziosa di carburanti rinnovabili di origine non biologica, come l’idrogeno.

Avremo colonnine un po’ di tutti i tipi, per elettrico, idrogeno, e-fuel, biometano e più ne ha più ne metta. E dobbiamo crederci per forza, con la forza dell’ideologia. Questi carburanti sono prodotti da fonti rinnovabili come l’elettricità o i rifiuti e hanno un impatto ambientale molto inferiore ai combustibili fossili come la benzina o il diesel. Ma sono anche molto più costosi e meno diffusi, con problemi di infrastrutture e di approvvigionamento, di smaltimento per le batterie.

Infine, le nuove misure vanno a sostegno dell’uso della biomassa, ma garantendo che l’UE non sovvenzioni tecnologie non sostenibili. Infatti, la raccolta di biomassa dovrà essere effettuata in modo da evitare impatti negativi sulla qualità del suolo e sulla biodiversità. La biomassa è una fonte di energia che deriva dalla materia organica di origine vegetale o animale, come il legno, gli scarti agricoli o i residui alimentari. Può essere usata per produrre calore, elettricità o biogas. Ma è anche una fonte che contribuisce alla deforestazione e alla concorrenza con le colture alimentari. L’Europa si fa verde e lo fa con illusione. Le nuove misure approvate dal Parlamento europeo sono un passo verso un futuro più incerto e costoso. Un futuro in cui le energie rinnovabili saranno protagoniste ma in cui tutti noi dovremo rinunciare a comfort e benessere.

Per entrare in vigore, il testo dovrà ora essere formalmente adottato dal Consiglio.

FOTOVOLTAICO ED EOLICO
Il fotovoltaico e l’eolico sono due fonti di energia rinnovabile che sfruttano il sole e il vento per produrre elettricità. Tuttavia, queste fonti hanno dei limiti che ne impediscono di soddisfare le necessità di energia dell’Europa. Alcuni di questi limiti sono:
•  L’intermittenza: il fotovoltaico e l’eolico dipendono dalle condizioni meteorologiche e dalla stagionalità, che non sono costanti né prevedibili. Questo significa che non possono garantire una fornitura continua e stabile di energia, ma richiedono sistemi di accumulo o di integrazione con altre fonti. •  La dispersione: il fotovoltaico e l’eolico richiedono ampie superfici di terreno o di mare per essere installati, con conseguenti impatti ambientali e paesaggistici. Inoltre, la produzione di energia avviene spesso lontano dai centri di consumo, con perdite di trasmissione e distribuzione lungo le reti elettriche.
•  Il costo: il fotovoltaico e l’eolico hanno dei costi di investimento elevati, che devono essere ammortizzati nel tempo. Inoltre, richiedono incentivi pubblici o meccanismi di mercato per essere competitivi con le fonti convenzionali, che hanno costi operativi più bassi.
Per questi motivi, il fotovoltaico e l’eolico non possono soddisfare da soli le necessità di energia dell’Europa, ma devono essere integrati con altre fonti rinnovabili o a bassa emissione di carbonio, come l’idroelettrico, la geotermia, la biomassa o il nucleare. Inoltre, è necessario migliorare l’efficienza energetica, la gestione della domanda e lo sviluppo delle reti intelligenti.

Marco R Menga