Il vino del Kent

Di   14 Settembre 2023

Non so se lo sapete, ma in Inghilterra si produce anche il vino. Sì, avete capito bene, il vino. Quella bevanda che si ottiene dalla fermentazione dell’uva, e che da noi è sinonimo di cultura, tradizione e qualità. Lì invece è una roba che sa di fumo di Londra. Ma non importa, perché i britannici sono così presuntuosi da pensare di poter competere con i francesi, i nostri cugini d’oltralpe che almeno sanno fare il vino decentemente.

Il giornale francese “Le Monde” ha pubblicato una corrispondenza dal sud-est del Regno Unito, zona nota come “il giardino d’Inghilterra”, dove il riscaldamento globale sta provocando una “sorprendente rivoluzione”. Nella contea del Kent, i vigneti stanno emergendo dal terreno e producendo vini di alta qualità, grazie all’effetto combinato del cambiamento climatico e dell’audacia dei viticoltori.

L’esperto di vino Patrick McGrath e l’agricoltore Mark Gaskain stanno esplorando le vigne di pinot nero, pinot meunier e chardonnay, vitigni tradizionali degli champagne, piantate su circa 50 ettari. Questo vigneto, chiamato Domaine Evremond, è stato fondato in collaborazione con la casa di champagne Taittinger. Le prime vendemmie sono avvenute nel 2020, ma le prime bottiglie saranno commercializzate solo a settembre 2024.

L’obiettivo è produrre 400.000 bottiglie di un bianco frizzante, che ovviamente non potrà essere chiamato champagne a causa della denominazione protetta. L’investimento totale per questa avventura, che – sottolinea l’articolo – suscita grandi attese, è stato di 15 milioni di euro.

Ma cosa ci trovano di tanto sorprendente in questa storia? Che il cambiamento climatico ha permesso la maturazione di vitigni come lo chardonnay, prima considerata impossibile in queste zone settentrionali. Inoltre, la vendemmia inizia due settimane prima rispetto a quindici anni fa, il che è un vantaggio. Grazie a questi fattori la produzione di vino nel Regno Unito è in crescita, con quasi 4.000 ettari di vigneti e 12 milioni di bottiglie all’anno. Nonostante la modesta produzione rispetto alla Francia, il paese sta guadagnando riconoscimenti nella produzione vinicola. Ma chi se ne frega dei riconoscimenti? Il vino inglese non ci piace lo stesso. E poi ci sono criticità, tra cui le gelate tardive, il rischio di peronospora e i costi elevati. Inoltre, la Brexit ha complicato le esportazioni e le procedure doganali per i piccoli produttori. Insomma, una fatica inutile per fare un vino che nessuno vorrà bere. E mentre nel sud Italia la vendemmia è calata a causa della siccità e delle ondate di calore, i perfidi albionici non solo di birra ma anche di vino mirano a diventare campioni (di bevute). Ma non ci riusciranno mai, perché il vino è una questione di anima, di passione, di storia. E loro non ne hanno.

Marco R Menga