Guerra aerea contro la piralide del mais

Di   16 Maggio 2019

Lancio inondativo di insetti utili con drone. La difesa del mais dalla piralide diventa eco-sostenibile grazie all’accoppiata drone + Trichogramma brassicae. Anche se il trampolo è ancora necessario per contrastare la diabrotica

Il Trichogramma brassicae è un minuscolo insetto che inocula il proprio uovo all’interno di quello di piralide. Le sue larve si sviluppano così a scapito di quelle di piralide, determinando un abbattimento della farfallina tanto dannosa per il mais. Già negli anni ’80 del secolo scorso si conosceva la predilezione per le uova di piralide del Trichogramma, ma il suo utilizzo come “insetto utile” non era né agevole né economico: ci hanno provato con deltaplani, ultraleggeri, persino con gli elicotteri. Tutti metodi costosi e imprecisi.

La convenienza e la possibilità di effettuare lanci precisi di capsule contenenti il Trichogramma è recente, e si deve all’impiego dei droni in agricoltura.

Nel 2018 in Italia la piralide del mais è stata affrontata con il drone (Aeromobile a pilotaggio remotoAPR) su 925 ettari di terreni. Per vedere come lavorano insieme drone e Trichogramma siamo però andati a Pizzighettone, in provincia di Cremona. Qui, nella cascina Valentino, Trainagro (TRAsferimento delle conoscenze e dell’INnovazione nell’uso sostenibile dei pesticidi in AGRicOltura, un progetto co-finanziato dalla Regione Lombardia) ha organizzato un evento dimostrativo, in collaborazione con il Consorzio agrario dell’Emilia, la ditta di lavorazioni meccanico agricole conto terzi Buoli Attilio e Biocare, biofabbrica tedesca di insetti utili.

LA MISSIONE DI VOLO CONTRO LA PIRALIDE

Guai pensare che uan missione di volo con un drone sia una cosa semplice, fattibile dall’oggi al domani: un mese e mezzo prima occorre prenotare le capsule contenenti il T. brassicae perché l’insetto utile deve essere pronto il momento giusto, quando la piralide depone le uova. Inoltre prima di eseguire la missione occorre esaminare lo scenario di volo, se vi sono ostacoli come linee elettriche di alta tensione, la distanza da centri abitati, autostrade e aeroporti. Così, per fare un esempio, la ditta Buoli di Gussola – CR chiede di prenotare il servizio entro il 25 maggio. Però, una volta programmato un volo, questo è automatico grazie alla digitalizzazione della mappa e del percorso e l’operatore deve solo preoccuparsi di avviare la macchina.

PRIMO: CONOSCERE IL NEMICO

Marco Zambelli del Consorzio agrario dell’Emilia ha spiegato come la piralide del mais compia nel Nord Italia due-tre cicli all’anno. Il primo ciclo ha inizio quando avviene lo sfarfallamento dei lepidotteri svernanti dagli stocchi di mais, intorno a fine maggio a seconda degli andamenti stagionali. Dopo lo sfarfallamento avviene l’accoppiamento e l’ovideposizione. Le larve che fuoriescono si cibano della parte verde della pianta di mais arrecando danni limitati e non impattanti sulla produttività futura del campo.

Ben più gravi i danni causati dalle larve della seconda generazione. Infatti queste nascono quando la pannocchia si è già formata. Il maggiore contenuto zuccherino della granella le fa prediligere questa rispetto alle foglie, danneggiandola granella seriamente. Viene compromessa la stessa salubrità del prodotto perché le gallerie scavate dalle larve nella pannocchia aprono la strada all’insediamento di funghi tossigeni e alla formazione di muffe che inesorabilmente verrebbero finirebbero nel foraggio.

La terza generazione si presenta invece sul finire dell’estate-inizio dell’autunno e reca danni limitati e solamente nel caso di mais tardivi oppure in secondo raccolto.

ARRIVA LA CONTRAEREA

Occorre quindi sganciare il Trichogramma brassicae con il drone nel momento opportuno, sincronizzando i cicli biologici di sue insetti diversi. . Un ritardo di pochi giorni può infatti compromettere la buona riuscita dell’applicazione. Il T. brassicae è un imenottero parassitoide delle uova di Ostrinia nubilalis autoctono dei nostri areali che inocula il proprio uovo all’interno di quello di piralide. Dopo l’accoppiamento la femmina cerca infatti le uova di O. nubilalis, deposte nella pagina inferiore delle foglie di mais, e le parassitizza (una femmina di T. brassicae va a visitare tra le 60 e le 100 ovature di piralide, e in ogni uovo depone 70-80 uova). Le larve di Trichogramma si sviluppano così a scapito di quelle di piralide, determinando un abbattimento della popolazione.

Il lancio delle capsule contenenti il parassitoide deve avvenire in concomitanza dell’ovideposizione della piralide. Solo così l’accoppiata drone + T. brassicae può raggiungere risultati paragonabili al trattamento chimico tradizionale effettuato con i trampoli.

L’importante è monitorare l’andamento della popolazione di piralide attraverso delle trappole a feromoni e intervenire nel momento giusto. “Quando si intercettano, intorno a metà giugno, esemplari maschi ed almeno una femmina – ha spiegato Marco Zambelli – è arrivato il momento di lanciare il prodotto perché significa che in campo stanno avvenendo gli accoppiamenti e nel giro di pochi giorni ci saranno le prime ovideposizioni”.

Marco Zambelli e Rossano Remagni Buoli mostrano una trappola per le piralidi

DRONE, CAPSULE, SISTEMA DI SGANCIO

Solo da tre anni è disponibile un drone (realizzato da Aermatica 3D) dotato di un software che lo rende abile a trasportare e rilasciare con precisione in aria le capsule contenenti T. brassicae. Si tratta di sfere di cellulosa e paraffina, completamente biodegradabili, che contengono le uova dell’imenottero parassitoide. Ogni sfera contiene 1850 uova a sette stadi differenti di maturazione che quindi genereranno sette differenti generazioni in grado di allungare la finestra temporale utile, in cui cioè le femmine potranno parassitizzare le uova di piralide.

Le sfere vengono collocate in un contenitore trasportato dal drone e sganciate nel numero di 125 ad ettaro, secondo un piano di volo ben definito. Ogni contenitore ha un numero sufficiente di sfere per trattare 4,5 ettari di mais. Se si utilizza Trichosafe in ogni ettaro saranno così presenti circa 400mila individui di Trichogramma brassicae (idealmente 3 per ogni pianta), il 60% dei quali femmine, in grado di parassitizzare efficacemente la popolazione di piralide. Biocare assicura una riduzione media dell’80-85%. Il costo dell’intervento si aggira intorno ai cento euro ad ettaro (da sole le capsule contenenti gli insetti incidono sulla metà del costo del servizio).

Capsula contenenti uova di T. brassicae

PRO E CONTRO IL TRATTAMENTO CON IL DRONE

Un drone non compatta il terreno come un trampolo e neppure danneggia interfile vicine o manichette per l’irrigazione, inoltre può volare anche dopo un acquazzone e su terreni in pendenza. Il drone è più veloce: mentre con un trampolo si riescono a trattare dai 30 ai 60 ha al giorno, un APR ne fa da 100 a 120 ha al giorno (nei 10/12 minuti di durata della batteria del drone si distribuiscono capsule su 5 ettari, ma occorre avere subito disponibile una seconda batteria di scorta).

Trattare la piralide del mais con il drone costa come intervenire con agrofarmaci e trampolo, circa 100 euro all’ettaro, con il vantaggio di essere eco-sostenibile e di rilasciare meno CO2.

Tuttavia l’accoppiata drone + T. brassicae funziona solo per contrastare la piralide. Così se dovesse presentarsi, per esempio, un problema di diabrotica l’agricoltore sarà comunque costretto a entrare nel campo con il trampolo, rischiando comunque di schiacciare con le ruote delle piante.

Occorre inoltre avere cura delle capsule: a temperature superiori ai 6 °C le uova contenute all’interno matureranno e si schiuderanno prima del lancio rendendo la missione inutile. La capsule devono essere quindi conservate al freddo. Inoltre occorre sempre riflettere sul momento più opportuno di eseguire la missione di volo.

L’inizio dello sfarfallamento delle femmine di O. nubilalis è un indicatore fondamentale. Se però si presenta un calo di temperatura, potrebbe richiedere un slittamento di qualche giorno del trattamento perché la ridotta mobilità delle femmine dovuta al freddo può ritardare l’ovideposizione.

Nel contrasto alla piralide il drone svolge una funzione attiva e non semplicemente di supporto ad attività come la realizzazione di mappe di vigore, il monitoraggio dello stato delle colture attraverso immagini multi-spettrali. Poter distribuire insetti utili per il biocontrollo rende il drone una macchina a tutti gli effetti al servizio dell’agricoltura. Ma esistono anche altre funzioni attive che può svolgere, come distribuire altri insetti antagonisti (per esempio il Phytoseiulus P contro i ragnetti della soia), ma anche impollinare quando la natura non provvede da sola a fare tale operazione con efficacia (come nel caso del noce). Inoltre, se verrà modificata la normativa, in futuro potrà anche essere usato per distribuire granulati e spruzzare agrofarmacii. Infine il drone è al centro di continui sviluppi e si parla già di volo notturno e di Rtk.