In giugno primi lanci della vespa samurai

Di   29 Aprile 2020

A metà giugno in Emilia Romagna la prima tornata di “lanci” in ambiente naturale della vespa samurai contro la cimice asiatica

Saranno interessate circa 300 aree accuratamente selezionate per garantire il massimo di diffusione e ripopolamento della stessa vespa nei principali comprensori frutticoli dell’Emilia-Romagna. La seconda serie di immissioni mirate è invece prevista per metà luglio.

La Regione Emilia-Romagna mette dunque in campo la scienza per contrastare la Halyomorpha halys, nome scientifico dell’insetto originario della Cina che negli ultimi anni ha causato ingenti danni nelle campagne, e per provare a neutralizzarlo, o perlomeno a renderlo meno aggressivo, “arruola” il suo nemico naturale, appunto la vespa samurai (Trissolcus japonicus). È un minuscolo imenottero, originario anch’esso dell’Asia, innocuo per l’uomo, che riesce a contrastare in maniera efficace l’avanzata della cimice grazie alla sua capacità di ridurre il potenziale biotico del parassita che minaccia soprattutto le produzioni frutticole.

Manca tuttavia ancora la definitiva autorizzazione ministeriale. Se non dovesse arrivare entro metà giugno si perderà l’appuntaento con il picco delle ovature naturali di cimice.

Il piano regionale prevede comunque la liberazione nel 2020 di oltre 65 mila esemplari di vespa samurai in circa 300 “corridoi ecologici” sparsi in tutto il territorio regionale, con una maggiore concentrazione nelle zone di pianura e bassa collina dove si trovano le principali aree frutticole che hanno subito i maggiori danni da cimice asiatica.

I siti prescelti per il lancio sono aree verdi adiacenti alle coltivazioni (siepi, argini fluviali, boschetti, ecc.) dove non vengono eseguiti trattamenti chimici e che quindi sono adatti all’insediamento e al ripopolamento della vespa samurai. I primi nuclei del Trissolcus japonicus saranno prelevati in questi giorni dal Crea di Firenze, unico laboratorio autorizzato in Italia per la riproduzione dell’insetto-amico, per essere poi affidati a quattro centri di moltiplicazione presenti sul territorio regionale (l’Università di Bologna, l’Università di Modena e Reggio Emilia, il Centro agricoltura e ambiente di Crevalcore e Agri 2000 di Bologna).

Il progetto messo a punto dal Servizio fitosanitario regionale prevede due lanci per sito, con 110 insetti per lancio, di cui 100 femmine e 10 maschi, per un totale appunto di oltre 65 mila esemplari. Sulla carta i periodi più indicati per effettuare i due lanci sono stati individuati a metà giugno e metà luglio. Per decidere il momento più favorevole per i lanci è stato attivato un sistema di monitoraggio per stabilire quando sarà presente il picco di ovature di cimice da parassitizzare.

Nel corso del convegno è stata comunque ribadita l’importanza di non abbandonare gli altri strumenti di difesa contro la cimice, integrando strategie di difesa attiva con l’installazione negli impianti frutticoli delle reti protettive. Per aiutare le aziende a dotarsi di reti anti-insetto la Regione ha già varato tre bandi ad hoc che hanno messo a disposizione degli agricoltori circa 15,4 milioni di euro di contributi nel triennio 2017-2019.

Per quanto riguarda l’indennizzo dei danni alle colture (melo, pero, pesco, nettarina e kiwi) causate della cimice, si è in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del provvedimento che dichiara lo stato di eccezionalità dell’evento, dopodiché scatteranno i 45 giorni per la presentazione delle domande di indennizzo, per le quali la Regione Emilia-Romagna ha già messo a punto una procedura on line con un applicativo specifico per la presentazione delle istanze.

A disposizione ci sono gli 80 milioni di euro stanziati dall’ultima legge di bilancio per tutto il territorio delimitato a livello nazionale.