La condizionalità sociale nella nuova Pac

Di   30 Marzo 2022

Nel quadro della nuova Pac che entrerà in vigore nel 2023 l’Unione europea ha introdotto uno strumento – fortemente voluto dall’Italia e dall’europarlamentare Paolo de Castro – in base al quale tutti coloro che non rispetteranno i requisiti relativi alle condizioni e di impiego dei lavoratori si vedranno decurtare, fino all’azzeramento, gli aiuti. La condizionalità sociale è diventata quindi realtà. E a partire dall’anno prossimo rappresenterà di fatto il terzo pilastro di questa Pac, oltre a quello ‘storico’ della tutela del reddito degli agricoltori e di una maggiore attenzione per l’ambiente.

Il taglio per chi non rispetterà le direttive della condizionalità sociale, nonché la normativa nazionale in materia di lavoro, sarà modulato tra un minimo del 15% e fino al 100%, a discrezione degli Stati membri. Le autorità coinvolte nell’attuazione di questo meccanismo, attraverso poteri di controllo e sanzionatori, saranno l’Ispettorato nazionale del lavoro, il Corpo dei vigili del fuoco, il ministero della Salute e le Regioni.

Gli Stati membri dovranno garantire in particolare il rispetto di tre normative:

  • direttiva 2019/1152 relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell’Ue;
  • direttiva 89/391 concernente l’attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro;
  • direttiva 2009/104 relativa ai requisiti minimi di sicurezza e di salute per l’uso delle attrezzature da parte dei lavoratori durante il lavoro.

Inoltre, la Commissione dovrà valutare la fattibilità di aggiungere a questa lista una quarta normativa, a partire dal primo gennaio 2025:

  • regolamento 492/2011 relativo alla libera circolazione dei lavoratori all’interno dell’Unione.

Gli Stati membri dovranno inserire all’interno dei propri Piani strategici un meccanismo di condizionalità sociale su base volontaria già a partire dal 2023, e obbligatoriamente a partire dall’1 gennaio 2025. Nella fase di sviluppo di questo meccanismo, gli Stati dovranno consultare le parti sociali attive nel settore agricolo, a partire dai sindacati.
Il meccanismo di condizionalità sociale si avvarrà dei normali controlli già effettuati dagli ispettorati nazionali del lavoro, senza creare alcun onere amministrativo aggiuntivo. E nel caso in cui venga accertato che un datore di lavoro violi queste normative, l’autorità competente dovrà trasferire l’informazione all’Organismo pagatore Pac dello Stato membro – nel caso dell’Italia l’Agea – almeno con cadenza annuale. Questa comunicazione, accompagnata da una valutazione della gravità, intenzionalità, durata e reiterazione della violazione, sarà alla base della sanzione – nella forma di una riduzione di pagamento – che l’Organismo pagatore dovrà comminare.

Per mantenere una equa concorrenza tra tutti gli agricoltori europei, la Commissione potrà adottare un atto delegato finalizzato ad armonizzare a livello Ue le percentuali di riduzione dei pagamenti.

Tramite lo Strumento di consulenza aziendale, tutti gli agricoltori avranno accesso alle informazioni necessarie sugli obblighi che dovranno rispettare per quanto riguarda la dimensione sociale della Pac. In aggiunta, sarà data la possibilità di finanziare, tramite i programmi operativi per i settori ortofrutticolo, olivicolo, del luppolo, e degli altri settori inclusi nello specifico allegato XIII del regolamento, misure volte al miglioramento delle condizioni dei lavoratori agricoli. La Commissione dovrà valutare gli effetti di tale dimensione sociale entro il 31 dicembre 2026, e proporre modalità per migliorarne l’efficacia.