La genetica è più green dell’Europa

Di   19 Ottobre 2022

La proposta di regolamento per la riduzione degli agrofarmaci “non è migliorabile, va ritirata o bocciata, e il Ppe è sul punto di farlo”. Così ha dichiarato all’Ansa Herbert Dorfmann, coordinatore agricoltura del Ppe, il partito popolare europeo di cui fa parte anche Forza Italia. Una contromossa viene, invece, proposta dall’eurodeputato socialista Paolo De Castro. Per lui, non essendo riusciti a bloccare la deriva antiscientifica e allarmistica dell’Europa sugli agrofarmaci, la riposta, purché presa in fretta (aggiungiamo noi), dovrebbe essere l’autorizzazione delle Tea, le tecniche di evoluzione assistita. Peccato che gli stessi che sono riusciti con la violenza dell’ideologia a demonizare i mezzi tecnici di sistesi, sono gli stessi che per anni hanno contrastato gli ogm e ora cercano di marchiare d’infamia anche le tea, accomunadole proprio agli organismi geneticamente modificati.

Ricordamolo, le nuove biotecnologie non sono ogm. Gli ogm sono piante ottenute trasferire un gene da una specie ad un’altra (il mais BT contiene un gene di origine batterica).  Al contrario le nuove biotecnologie consentono di lavorare solo all’interno della specie target di norma inducendo mutazioni nel DNA in punti predefiniti. E anche quando si inserisce un intero gene, la sequenza proviene sempre da un’altra pianta della stessa specie o interfertile (cisgenesi). Così, grazie alla cisgenesi, ad esempio, è stato possibile creare un vitigno resistente alla peronospora selezionando il gene della resistenza nella forma selvatica della vite e trasferendolo sulla forma coltivata. Il nuovo vitigno è pressochè identico all’originale e regala un vino altrettanto buono.

Ecco, in sistesi, cosa ha scritto di l’onorevole De Castro: “Le Nbt’s sono state sdoganate oltre vent’anni fa. Frutto di studi validati dalla comunità scientifica internazionale che, nel 2020, hanno portato anche all’assegnazione del premio Nobel per la Chimica a due ricercatrici, Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna“. Una filiera più verde e meno impattante si terreni e sulla salute dei cittadini è possibile anche con il dimezzamento dell’uso di fitofarmaci di sintesi chimica entro il 2030, sembra essere il suo pensiero, purché si offra pragmaticamente agli agricoltori “tutte le opportunità che ci offre l’innovazione, dallo smart-farming alle nuove tecniche di miglioramento varietale, le Nbt’s (o TEA-Tecniche di evoluzione assistita, in italiano), per poter continuare a produrre in quantità adeguate, e allo stesso tempo in modo più sostenibile”.

Ma le nuove tecniche di evoluzione assistita non servono solo a unagricoltura più verde e ad aumentare le produzioni (come richiesto dall’Unione europea per non smarcarsi dai fragili mercati globali). Intervistato da Giulia Bartalozzi per Georgofili News, Luigi Cattivelli, direttore del centro di ricerca per Genomica e Bioinformatica del Crea, ha sottolineato come aper far fronte ai cambiamenti climatici in atto occorra un’apertura legislativa nei confronti della ricerca genomica. “Non si vendemmia più in ottobre ma lo si fa ad agosto, quindi è evidente che non si possono usare le piante di ieri per fare agricoltura nel clima di domani”, si legge nell’intervista.
“Premesso che le mutazioni nelle piante sono sempre esistite in natura, le nuove tecniche di genome editing permettono di conoscere in anticipo quale mutazione indurre e il gene nel quale indurla, quindi di operare con efficienza e in tempi rapidi. Ed è chiaro che impatterà su tutte le scienze, compresa la medicina, permettendo di curare delle malattie genetiche. Resta da capire perché la genomica applicata all’essere umano viene compresa ed accettata mentre quella applicata alle piante trova tanti ostacoli … ma questa è un’altra faccenda”.

Intanto, con il progetto Biotech, l’equipe coordinata da Luigi Cattivelli ha creato un tipo di pomodoro resistente agli attacchi della pianta infestante orobanca, semplicemente bloccando il gene che fa produrre al pomodoro le sostanze che attirano questa infestante. E sempre con il genome editing hanno ottenuto pomodori resistenti a stress, le melanzane senza semi, cereali con semi più grossi, ecc. .

Una ricerca preziosa che rischia di restare confinata nei laboratori senza un’apertura legislativa a livello europeo che farebbe da volano a investimenti e permetterebbe di superare l’ideologia, con i fatti portati dalla scienza.