L’Europa si è svegliata sulle proteine vegetali

Di   21 Settembre 2023

Bloccato il tentativo di infialare nella risoluzione approvata dalla commissione agricoltura un riferimento positivo ala carne sintetica: una mina per l’ambiente, l’economia, la società e soprattutto la democrazia

L’Europa ha un problema di proteine. Non quelle che servono per nutrire i suoi cittadini, ma quelle che servono per nutrire i suoi animali. Da anni, infatti, l’Unione Europea dipende dalle importazioni di soia e altri semi oleosi da paesi terzi, come Stati Uniti, Brasile e Argentina, dove la coltivazione di queste piante ha spesso effetti devastanti sull’ambiente e sui diritti umani.

Per ridurre questa dipendenza e aumentare la sicurezza alimentare, l’Europa ha deciso di puntare sulle colture proteiche interne, come le leguminose, che hanno il vantaggio di arricchire il suolo di azoto, ridurre le emissioni di gas serra e diversificare le rotazioni.

La commissione agricoltura del Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione in questo senso, chiedendo alla Commissione di elaborare una strategia europea sulle proteine e agli Stati membri di incentivare la coltivazione di piante ricche di proteine con gli ecoschemi della nuova Politica Agricola Comune.

Si tratta di una scelta sensata e lungimirante, che va nella direzione di un’agricoltura più sostenibile e competitiva. Ma non basta. Perché l’Europa deve fare i conti anche con un’altra sfida: quella delle cosiddette “proteine alternative”, cioè quelle prodotte in laboratorio a partire da cellule animali. Si tratta di prodotti che promettono di rivoluzionare il mercato alimentare, offrendo carne, latte e uova senza allevare o uccidere animali. Ma si tratta davvero di una rivoluzione o di una truffa? Questa è la domanda che si sono posti alcuni europarlamentari, che hanno cercato di inserire nella risoluzione un riferimento positivo a questi prodotti innovativi. Per fortuna, il tentativo è stato respinto dalla maggioranza della commissione agricoltura, che ha capito il pericolo che questi prodotti rappresentano per l’agricoltura europea.

Perché la carne sintetica non è una soluzione al problema delle proteine, ma un problema in più. Un problema per l’ambiente, perché richiede molta energia e risorse per essere prodotta. Un problema per la salute, perché non si conoscono gli effetti a lungo termine sul consumo umano. Un problema per l’economia, perché mette a rischio intere filiere produttive che danno lavoro a milioni di persone. Un problema per la cultura, perché rompe il legame tra cibo e natura che caratterizza la tradizione gastronomica europea. Una filiera antica, diffusa, che non deve diventare monopolio di pochi, come avverrebbe con le carni sintetiche.

L’Europa non ha bisogno di carne sintetica. Ha bisogno di più colture proteiche vegetali, ma anche di più ricerca e innovazione sulle biotecnologie verdi, che possono migliorare le varietà esistenti e creare nuove piante più produttive e resistenti, e diventare patrimonio nelle mani di agricoltori, contoterzisti e agronomi. Ha bisogno di più qualità e sicurezza alimentare, ma anche di più trasparenza e informazione sui prodotti che arrivano sul mercato. Ha bisogno di più sostenibilità e competitività, ma anche di più tutela e valorizzazione delle sue produzioni tipiche. L’Europa si è svegliata sulle proteine vegetali. Ora deve svegliarsi anche sulla carne sintetica.

di Marco R Menga