Monetizzare l’assorbimento di carbonio

Di   18 Settembre 2023

Se il carbonio in atmosfera è un problema, l’agricoltura può essere una soluzione. Basta pagare per incentivare la capacità dei terreni agricoli di assorbire il carbonio dall’atmosfera e di immagazzinarlo nel suolo. Questa è l’idea che ha guidato la commissione Agricoltura del Parlamento europeo, che lo scorso 30 agosto ha approvato il suo parere sulla proposta della Commissione europea relativa a un quadro europeo per l’assorbimento del CO2.

La proposta, presentata lo scorso novembre, stabilisce degli standard europei per certificare le assorbimenti, anche in agricoltura, ma non dice se questi certificati dovrebbero essere scambiati sui mercati del carbonio o retribuiti in altro modo. Per i parlamentari che si occupano di agricoltura, questo non basta: propongono diverse modifiche al testo che puntano sulla remunerazione e lo scambio dei certificati di assorbimenti agricoli.

Il relatore della commissione Agricoltura, l’eurodeputato liberale ceco Martin Hlaváček, si è congratulato per la “larga maggioranza” che ha votato a favore del suo progetto. “Il voto ha confermato che per garantire l’adozione volontaria di pratiche agricole legate all’assorbimento di carbonio da parte di un numero significativo di agricoltori in futuro e per massimizzare il loro potenziale a generare assorbimenti, serve un approccio su misura per l’agricoltura e la silvicoltura”, ha spiegato.

Secondo i parlamentari, gli incentivi dovrebbero passare anche attraverso la “monetizzazione” dei certificati, cioè la possibilità di trasformarli in denaro o in crediti da usare sul mercato. Inoltre, il campo di applicazione della legislazione dovrebbe includere anche delle “regole di transizione per l’utilizzo finale delle unità certificate”, secondo la commissione.

Soldi dai mercati del carbonio? La questione se e come i certificati di assorbimenti nel settore agricolo dovrebbero essere scambiati sui mercati del carbonio pubblici o volontari è una delle questioni più dibattute riguardo alla proposta della Commissione. Mentre i rappresentanti degli agricoltori e alcuni legislatori hanno sottolineato l’importanza di fare dello stoccaggio del carbonio in agricoltura una fonte supplementare di reddito per gli agricoltori, gli attivisti ecologisti hanno insistito sul fatto che gli incentivi dovrebbero provenire da finanziamenti pubblici piuttosto che dai mercati del carbonio, sostenendo che questi ultimi comporterebbero il rischio che altre imprese possano poi fare del greenwashing sulla loro impronta carbonica.

Agricoltura a basso contenuto di carbonio

La commissione Agricoltura propone anche di ampliare la definizione di ciò che è considerato una pratica di agricoltura a basso contenuto di carbonio per includere non solo le “attività di assorbimento del carbonio”, ma anche le riduzioni delle emissioni agricole.

Propone inoltre di allentare la definizione di “stoccaggio permanente del carbonio”: mentre la proposta iniziale richiedeva che un “pozzo” di carbonio durasse “diversi secoli” per essere qualificato come permanente, il parere della commissione parla di un “periodo significativo”.

L’idea che la definizione di carbon farming (in italiano dovrebbe essere agricoltura carbonica) possa includere la riduzione delle emissioni è stata definita “ingannevole” dagli ecologisti, che hanno anche messo in guardia contro la necessità di garantire la permanenza dei pozzi di carbonio nel suolo.

L’opinione della commissione AGRI è la prima valutazione della proposta della Commissione da parte del Parlamento europeo. La commissione Ambiente (ENVI) del Parlamento, che non ha ancora adottato la sua versione del testo, è tuttavia la prima a occuparsi della questione. Martin Hlaváček ha sottolineato che ora si concentrerà sul “dialogo con i suoi colleghi della commissione ENVI per ottenere il miglior risultato possibile anche nel loro prossimo rapporto”.

Fonti: Agriculture : des eurodéputés veulent rémunérer les absorptions de carbone; Émissions négatives : le stockage du carbone dans les sols agricoles n’est qu’une « première étape »; Les agriculteurs et les propriétaires fonciers doivent prendre l’initiative en matière d’absorption carbone