Milleproroghe, cosa manca

Di   17 Gennaio 2023

Le richieste di Confagricoltura in audizione nelle commissioni riunite Affari Costituzionali e Bilancio del Senato
FEDERACMA: NECESSARIO POSTICIPARE A FINE ANNO TERMINE ULTIMO CONSEGNA MACCHINARI 4.0

Sono sei le proroghe che il direttore generale della Confederazione, Annamaria Barrile, ha richiesto di inserire nel decreto-legge Milleproroghe durante l’audizione presso le Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio del Senato.

  1. La prima serve a scongiurare il dimezzamento dell’aliquota agevolata prevista dalla misura Transizione 4.0 di cui Confagricoltura chiede la proroga anche per l’anno in corso. Un provvedimento necessario per continuare a incentivare la propensione agli investimenti delle imprese agricole nel percorso di transizione tecnologica ed ambientale.
  2. Di fondamentale importanza per la filiera è anche la proroga al 2023 dell’applicazione della compensazione del 9,5% sul calcolo dell’Iva per le cessioni di bovini e suini vivi per sostenere due comparti particolarmente colpiti dalla crisi.
  3. Quest’anno scade l’incentivo stabilito in legge di Bilancio 2020 per il triennio 2020-2022 destinato agli investimenti in colture arboree pluriennali come oliveti, vigneti e frutteti. Trattandosi di colture caratterizzate da rese che richiedono almeno tre anni di tempo, Confagricoltura chiede che gli incentivi in favore delle imprese agricole soggette alla determinazione del reddito d’impresa, vengano rinnovati anche per il prossimo triennio.
  4. Il settore primario è particolarmente preoccupato anche dalla scadenza della proroga relativa ai certificati di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari. Confagricoltura chiede l’estensione fino al 30 giugno 2023 della validità dei certificati in scadenza nel 2022 per garantire al sistema della formazione il tempo necessario a smaltire il grande numero di autorizzazioni in attesa di rinnovo, ferme durante il periodo di pandemia.
  5. La Confederazione chiede, inoltre, la proroga delle misure di sostegno per il comparto olivicolo anche per l’annualità 2023 alla luce degli effetti devastanti del batterio della Xylella fastidiosa. Effetti che rischiano di vanificare la spinta all’acquisto dei terreni agricoli. La modifica suggerita da Confagricoltura ha come obiettivo anche una ricomposizione fondiaria che permetta di raggiungere una dimensione media aziendale sostenibile. Problema particolarmente sentito nei territori maggiormente interessati dal batterio, come il Salento, spesso caratterizzati da un eccessivo frazionamento delle superfici, che in molti casi (circa l’80%) non superano i 2 ettari di estensione aziendale.
  6. Infine, Confagricoltura richiede la proroga della revisione delle macchine agricole per i veicoli immatricolati entro il 31 dicembre 1983 e attualmente obbligati al rinnovo entro il 30 giugno 2021. La proroga dell’obbligo è necessaria per due ragioni: l’impossibilità di rispettare la scadenza a causa della mancanza del quadro di riferimento; l’impatto organizzativo ed economico che il nuovo adempimento può avere sulle imprese.

Federacma, la Federazione nazionale dei commercianti macchine agricole, si concentra sul credito d’imposta 4.0 e sulla “miniproroga” che ha posticipato al 30 settembre il termine ultimo per la consegna dei beni catalogati 4.0, prenotati pagando almeno il 20 per cento di acconto entro il 31 dicembre scorso. Per Federacma la nuova scadenza non sarà risolutiva. I ritardi delle case costruttrici dovuti alle complicazioni della ripresa post-pandemia, aggravati dalle contingenze internazionali provocate dal conflitto russo-ucraino, infatti, non permetteranno ai rivenditori di rispettare la scadenza come, in molti casi, è accaduto per i macchinari acquistati nel 2021 e tuttora non consegnati.

Il cortocircuito normativo tra conversione in legge della Manovra ed emanazione del Dl Milleproroghe ha vanificato gli sforzi del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che aveva posticipato il termine a fine anno – dichiara il presidente Andrea Borio di Federacma, la Federazione nazionale dei commercianti macchine agricole – Facciamo appello ai senatori, ad iniziare dai relatori del provvedimento a Palazzo Madama, il Presidente Alberto Balboni e Dario Damiani, ringraziando chi ha già dimostrato apertura verso le nostre proposte emendative per far sì che vengano modificate le norme riguardanti i beni prenotati sia nel 2021 sia nel 2022. Auspichiamo così – prosegue Borio – che venga rispettato il patto tra Stato e Imprese, in modo tale da non far perdere i benefici del credito d’imposta 4.0. In questo periodo di forte incertezza economica, infatti, non dare risposte agli imprenditori, che nonostante tutto continuano ad investire, rischia di essere molto controproducente per il tessuto produttivo nazionale”.

Credito d’imposta 4.0 sceso al 20%

Federacma, così come Uncai, sottolinea inoltre come aver portato il credito d’imposta 4.0 al 20% rischi concretamente di depotenziare eccessivamente la misura, disperdendo lo slancio verso l’innovazione degli ultimi anni. Nel 2021, a fronte di una percentuale del credito di imposta pari al 50%, si è registrata l’immatricolazione di 24.835 trattori, in aumento del 36% sul 2020 e tornando ai livelli del biennio 2010-2011. Le immatricolazioni sono scese a poco più di 20mila lo scorso anno con una percentuale di beneficio pari al 40%. “Comprendiamo che trovare risorse, in questo momento, non sia semplice ma con l’attuale credito d’imposta di appena del 20% rischiamo di non rendere più appetibile uno strumento oramai consolidato tra le imprese. Chiediamo, pertanto, un ulteriore sforzo anche in tal senso”, conclude Borio