Robot e diserbo

Di   21 Agosto 2023

Per eliminare le malerbe i robot agricoli possono utilizzare piccole dose di erbicida solo sulle piante infestanti, possono agire meccanicamente oppure possono agire attraverso laser ad alta potenza ma anche elettricità. In ogni caso telecamere ad alta risoluzione e sensori sono fondamentali per la correttezza e precisione dell’operazione

Il diserbo è una delle operazioni agricole più importanti e impegnative, sia dal punto di vista economico che ambientale. L’uso di prodotti chimici per eliminare le infestanti può avere effetti negativi sulla salute umana, sulla qualità del suolo e dell’acqua, sulla biodiversità e sul clima.

Per questo motivo, molti agricoltori sono alla ricerca di alternative più sostenibili ed efficaci, che riducano l’impatto ambientale e i costi di produzione. Aspetto che gli agromeccanici fanno bene a considerare.

Una di queste alternative è il diserbo meccanico, che consiste nell’asportare fisicamente le erbacce con attrezzi appositi, senza l’uso di sostanze chimiche. Il diserbo meccanico può essere effettuato con macchine tradizionali, come erpici, sarchiatrici e strigliatori, oppure con macchine innovative, come i robot agricoli.

L’era dei robot

I robot agricoli sono dispositivi autonomi o semi-autonomi, dotati di sensori, telecamere, sistemi di guida e intelligenza artificiale, che possono svolgere diverse operazioni agricole in modo automatico o assistito. Tra queste operazioni c’è anche il diserbo meccanico, che i robot possono eseguire con maggiore precisione, efficienza e flessibilità rispetto alle macchine tradizionali.

I robot per il diserbo meccanico possono essere di diverse dimensioni e forme, a seconda della tipologia di coltura e di infestante da trattare. Alcuni esempi di robot già in uso o in fase di sviluppo sono:

Dino

Dino è il primo robot autonomo, totalmente elettrico, che attua un diserbo meccanico su diversi tipi di colture orticole su larga scala. Dino ed è stato pensato da Naïo Technologies, una startup francese specializzata in robotica agricola. Dino è in grado di navigare in campo grazie a un sistema GPS e a una telecamera stereoscopica, che gli permettono di riconoscere le file delle piante e le erbacce.

Dino utilizza poi dei dischi interceppi per eliminare le infestanti tra le piante e dei coltelli rotanti per tagliare quelle tra le file. Dino può lavorare fino a 12 ore al giorno, coprendo una superficie di 6 ettari, con una velocità media di 4 km/h. Dino è già stato testato con successo in diverse aziende agricole in Francia e in Italia.

BlueBob

BlueBob: è un robot semi-autonomo, alimentato a batteria, che effettua un diserbo meccanico della barbabietola da zucchero. BlueBob è il frutto della collaborazione tra Naïo Technologies e Strube D&S GmbH, una società tedesca leader nella produzione di semi di barbabietola. BlueBob si basa sullo stesso telaio di Dino, ma ha una configurazione specifica per la barbabietola. BlueBob è dotato di una telecamera RGB-D che gli consente di individuare le piante coltivate e le erbacce con un’accuratezza del 95%.

BlueBob utilizza poi dei dischi interceppi per rimuovere le infestanti tra le piante e delle pinze per estirpare quelle all’interno delle file. BlueBob può lavorare fino a 8 ore al giorno, coprendo una superficie di 3 ettari, con una velocità media di 2 km/h. BlueBob è stato presentato al pubblico nel 2020 e sarà disponibile sul mercato nel 2022.

Dick

Dick: è un robot autonomo, alimentato a pannelli solari, che realizza un diserbo meccanico del mais. Si chiama Dick ed è stato sviluppato da Small Robot Company, una startup britannica che si occupa di robotica agricola. Dick fa parte di una famiglia di robot chiamati Tom, Dick e Harry, che si occupano rispettivamente di monitoraggio, diserbo e semina. Dick è in grado di navigare in campo grazie a un sistema GPS e a una telecamera ad alta risoluzione, che gli permettono di identificare le piante di mais e le erbacce con un’accuratezza del 98%. Dick utilizza poi un braccio robotico per applicare una pressione mirata sulle infestanti, schiacciandole o strappandole. Dick può lavorare fino a 10 ore al giorno, coprendo una superficie di 20 ettari, con una velocità media di 5 km/h. Dick è ancora in fase di prototipazione e sarà lanciato sul mercato nel 2023.

Ted

Ted è un robot autonomo, totalmente elettrico, che effettua un diserbo meccanico in vigneto. Ted è stato progettato da Naïo Technologies, la stessa startup che ha creato Dino e BlueBob. Ted è in grado di navigare in campo grazie a un sistema GPS e a una telecamera RGB-D, che gli permettono di riconoscere i filari delle viti e le erbacce. Ted utilizza poi dei dischi interceppi per eliminare le infestanti tra i filari e delle lame per tagliare quelle sotto le viti. Ted può lavorare fino a 8 ore al giorno, coprendo una superficie di 7 ettari, con una velocità media di 3 km/h. Ted è sul mercato dal 2018 e ha già dimostrato la sua efficacia in diverse aziende vitivinicole in Francia e in Italia.

BoniRob

BoniRob è un robot autonomo, alimentato a batteria, che effettua un diserbo meccanico o chimico su diverse tipologie di colture. BoniRob è stato progettato da Bosch, Amazone e dall’Università di Osnabruck, in Germania. BoniRob è in grado di navigare in campo grazie a un sistema GPS e a una telecamera multispettrale, che gli permettono di identificare le piante coltivate e le erbacce con un’accuratezza del 90%.

BoniRob utilizza poi un braccio robotico per applicare una pressione mirata sulle infestanti, schiacciandole o strappandole, oppure per spruzzare una dose minima di erbicida solo sulle erbacce. BoniRob può lavorare fino a 24 ore al giorno, coprendo una superficie di 15 ettari, con una velocità media di 6 km/h. BoniRob è ancora in fase di sperimentazione e non è ancora disponibile sul mercato.

Questi sono solo alcuni esempi di come la robotica agricola possa rivoluzionare il mondo del diserbo, offrendo soluzioni più sostenibili ed efficienti rispetto ai metodi tradizionali. I robot per il diserbo meccanico possono infatti ridurre l’uso di prodotti chimici, il consumo di energia, le emissioni di CO2, i costi di manodopera e i danni alle colture, aumentando al tempo stesso la qualità e la produttività delle produzioni agricole. 

Marco R Menga